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di Manuela Ballo
Con la sua proverbiale genialità Leonardo troverà il modo di vedere, nella sua casa di Vinci, la storia della sua vita. La vedrà su un piccolo schermo che produce immagini in movimento, un oggetto che lui stesso – in realtà- aveva disegnato e poi mai realizzato. Come spesso gli capitava. Chi non lo ricorda nel film di Benigni e Troisi, con quel treno a vapore, appena inventato, che corre sullo sfondo? Forse riderà sulle parti fantastiche e si farà più pensoso nei passaggi verosimili. Forse prenderà appunti o farà schizzi su un quaderno di carta vergata. Rivedrà, in quattro serate – dal 23 marzo su Rai Uno- la storia della sua vita, rivedrà i personaggi e i luoghi dei suoi tempi. E, con lui nel pensiero, la vivranno milioni d’italiani davanti ai teleschermi. Otto episodi per scoprire ciò che quasi tutti già sanno e ciò che è rimasto sepolto nei libri più rari e raffinati.
Un’operazione dall’alto significato divulgativo. Il titolo non poteva che essere ” Leonardo”. Ad avere l’idea sono stati Frank Spotnitz e Steve Thompson e la regia è di Dan Percival e Alexis Sweet. Il cast è di prim’ordine: ci sono Aidan Turner, Freddie Highmore, Giancarlo Giannini e Matilda De Angelis. Un tentativo di unire la storia, e la storia dell’arte, alla finzione: la inevitabile spettacolarizzazione porta con sé i rischi di questo modello di narrazioni che mirano ad un pubblico globale. Abbiano ancora nelle orecchie le polemiche, e gli applausi, che suscitò una serie analoga, quella sulla storia dei Medici.
Anche questa volta siamo a un prodotto che è frutto di una mega coproduzione internazionale che vede come capofila l’italiana Lux Vide in un’inedita alleanza con Sony Pictures Television (che è anche distributore internazionale), in collaborazione con Rai Fiction e Big Light Productions e in associazione con France Télévisions, Rtve e Alfresco Picture. La serie è costata 30 milioni è già stata venduta in 100/120 paesi e ad Amazon.
Proprio il direttore di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, ha sottolineato in una dichiarazione all’Ansa come ” Leonardo sia il primo progetto a guida italiana dell’Alleanza tra i tre grandi broadcaster pubblici dell’Europa continentale che ha visto la Rai collaborare con il servizio pubblico radiotelevisivo francese. È una celebrazione internazionale, per cui ringrazio un cast di eccellenza che è entrato nel vivo della complessa biografia di uno dei più grandi geni del 500. Un uomo con tante fragilità, ombre e ossessionato dalla perfezione per l’arte. Queste quattro serate ci regaleranno tante sorprese, colpi di scena e tensione. È una serie che celebra il genio, la cultura italiana e la grande arte”. L’imponente produzione ha coinvolto circa cinquecento addetti ai lavori, di cui duecento solo per la realizzazione del gigantesco set adiacente agli studi della Lux Vide, a Formello.
E’ difficile davvero abbordare una figura complessa come quella di Leonardo. Basta fare un salto nel bel museo che si trova nella sua Vinci, tra le colline piene di uliveti, per capire l’illimitata potenza della sua mente. La serie, anche se in ordine non cronologico, avrà il suo cuore proprio lì, dove il giovane crebbe in solitudine con il marchio del suo esser figlio illegittimo di un notaio. Indagherà poi sui rapporti che l’artista ebbe con Caterina da Cremona conosciuta quando era ancora giovane apprendista nella bottega di Andrea del Verrocchio. Questa parte della storia fornirà, forse, agli autori il pretesto per fantasticare sulla vita affettiva del grande artista. E cercherà di rispondere al secolare quesito: chi è la donna che oggi tutti conoscono come la Gioconda del Louvre ? Più semplice è stato, forse, raccontare i rapporti del genio di Vinci con i committenti delle grandi corti: gli Sforza o i Medici o i reali di mezza Europa o, quelli ancor più complessi, avuti con il Papato.
Complicato mettere in scena la complessità del suo agire e far comprendere al vasto pubblico il suo pensiero che non solo era fuori dalla norma del tempo ma che rimane difficile da decifrare ancor oggi. Si passerà, cioè, dal tasto psicologico del personaggio e dei suoi rapporti umani, compresa la sua manifesta omosessualità, a quello artistico e della prolificità e poliedricità creativa. Scrutava l’uomo e il mondo e scrutava ciò che gli altri non vedevano. Realismo e utopia; sogno e concretezza artigiana.
A prestare volto, voce e sembianze al genio rinascimentale, l’affascinate e riservato attore irlandese stabilitosi da anni a Londra, Aidan Turner (Poldrak, lo Hobbit, Dieci Piccoli Indiani). Ha dovuto studiare non poco l’attore, ha dovuto visitare il Louvre, girare per le colline toscane, vedere le macchine in mostra, prestare la mano alla realizzazione dei grandi quadri e degli affreschi. La dimensione internazionale della produzione è evidente anche dalle firme sia degli ideatori sia dello stesso regista. Una scommessa. Da vedere e recensire.