La Rai illumina sede di viale Mazzini con i nomi dei giornalisti uccisi sul lavoro

Un’iniziativa suggestiva e simbolica, lanciata dalla Rai, insieme al sindacato dei giornalisti Usigrai e Fnsi, per aderire alla Giornata internazionale per porre fine all’impunità sui crimini contro i giornalisti

La Rai illumina sede di viale Mazzini con i nomi dei giornalisti uccisi sul lavoro
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3 Novembre 2020 - 17.15


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Oggi, in occasione della Giornata internazionale per porre fine all’impunità sui crimini contro i giornalisti, indetta dall’Onu, nel 2013, la Rai, insieme al sindacato dei giornalisti – Usigrai e Fnsi – ha deciso di far scorrere sulla facciata della sua sede storica di viale Mazzini, a Roma, i nomi di 77 giornaliste e giornalisti che sono morti sul lavoro, per documentare tragiche realtà, per denunciare intrighi e scandali, per assicurare un’informazione libera e completa.
Da Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, da Marco Luchetta, Dario D’Angelo e Alessandro Ota a Italo Toni e Graziella De Palo, sono tutti i nomi di cronisti, reporter e operatori dell’informazione che sono stati uccisi, che hanno pagato con la vita il prezzo della verità dei fatti, ma che da molti anni non hanno ricevuto né giustizia né verità sulle ombre che si celano dietro la loro fine.
Questa suggestiva iniziativa, che vede la facciata della sede Rai illuminata fino a domattina, non si propone solo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’alto numero degli assassinii dei giornalisti, che sono rimasti impuniti, ma vuole anche contribuire simbolicamente a sollecitare le istituzioni internazionali affinché adottino misure e strumenti più efficaci per proteggere la vita e il lavoro di chi fa informazione.
Quest’ultimo punto non mancherà all’appello, in quanto nella prossima Conferenza mondiale sulla libertà di stampa, convocata dall’Unesco e dal Regno dei Paesi Bassi per il 9 e 10 dicembre, si parlerà delle linee-guida per i pubblici ministeri sulle indagini e il perseguimento di crimini e attacchi contro i giornalisti, che sono state sviluppate in collaborazione con l’Associazione internazionale dei procuratori.
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