Isabella Ragonese è l’assessore dei migranti giovani e soli

Su Rai1 oggi martedì la fiction “Tutto il giorno davanti” ispirata all’assessora di Palermo Agnese Ciulla: si fece tutrice legale dei minori senza nessuno

Isabella Ragonese è l’assessore dei migranti giovani e soli
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10 Marzo 2020 - 11.22


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Dal 2014 al 2017 la giunta di centro sinistra parlermitana guidata da Leoluca Orlando vide il suo Assessore alla cittadinanza sociale Agnese Ciulla intervenire su un fronte delicatissimo: i minori di migranti senza nessun adulto a proteggerli e accompagnarli. La chiamavano “la grande madre” perché si era fatta carico come tutore legale di oltre novecento ragazzi migranti, minorenni non accompagnati, arrivati a Palermo con gli sbarchi siciliani. Dal libro su questa vicenda scritto con Alessandra Turrisi e uscito nell’autunno scorso La grande madre (Sperling&Kupfer, pp. 208, € 17.50) è stato tratto il film tv “Tutto il giorno davanti”, che vede protagonista Isabella Ragonese e va in onda stasera martedì 10 su Rai 1 alle 21.25. La trama è liberamente ispirata al libro e l’attrice prende il nome di Adele.

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Con la regia di Luciano Manuzzi, sceneggiatura del regista e di Federica Pontremoli, prodotto da Bibi Film Tv con Rai Fiction che distribuisce il film, la storia è ambientata nel maggio 2014: migliaia di migranti sbarcano sull’isola, scappano da guerra, violenze, miseria e fame, molti sono ragazze e ragazzi senza famiglia. La definizione è “minori stranieri non accompagnati”.

Adele Cucci gradualmente si prende cura come tutrice legale di centinaia di questi ragazzi. La storia si focalizza su tre di loro: Junior, calciatore provetto, Bandiougou, capace di parlare sei lingue, Joy, finita nella tratta delle schiave. “Questa storia andava raccontata. Sono stufa di sentir parlare di buonismo: spieghiamolo che in Italia non vince solo l’odio ma ci sono persone straordinarie che si dedicano agli altri”, ha commentato la palermitana Isabella Ragonese a Silvia Fumarola sulla Repubblica del 4 marzo scorso. “I ragazzi del film non sono attori – ha ricordato l’attrice al quotidiano – hanno visto l’orrore: parlavano poco e quando lo facevano scendeva il silenzio sul set. Far conoscere Agnese vuol dire rendere giustizia alle tante persone, di cui non conosciamo il nome, che si dedicano agli altri e sono la parte migliore del paese”.

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