Il maestro Pippo Caruso non dirige più. Addio D'Artagnan della musica

Scomparso a 82 anni il direttore d'orchestra di tanti Sanremo, "Domenica In", "Fantastico". Una persona dolce e gentile, dal grande talento e dai modi squisiti

Il maestro Pippo Caruso non dirige più. Addio D'Artagnan della musica
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29 Maggio 2018 - 15.59


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Giuseppe Costigliola

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Addio a “D’Artagnan”, maestro di musica dal sorriso dolce e i modi d’altri tempi
“È morto un mio grande amico, un grande musicista e un grande direttore d’orchestra. Un uomo di squisita sensibilità e di enorme preparazione musicale. Era un uomo di enorme cultura generale, eravamo compagni di scuola, ci siamo incontrati a New York da grandi e l’ho invitato a seguirmi in Italia e da allora abbiamo fatto tutto insieme, tutti i festival di Sanremo, Fantastico, Domenica in. Siamo stati insieme in questi anni di grandi successi dei quali ha avuto grande parte. Recentemente è inciampato su un tappeto di casa e si è rotto il femore. Da allora non si è più rimesso in piedi, è stato su una sedia a rotelle e tutto è degenerato. È morto a Passo Corese, ieri nel tardo pomeriggio.”
Con queste addolorate parole rilasciate all’agenzia Adnkronos, Pippo Baudo ha diffuso la notizia della scomparsa di Pippo Caruso, noto compositore e direttore d’orchestra con il quale ha condiviso, oltre al diminutivo del nome, forse l’ultima grande stagione della cultura d’intrattenimento targata Rai.
Caruso, detto anche D’Artagnan per quel suo pizzetto fuori moda, gli immancabili baffetti e i fluenti capelli ondulati alle spalle, era nato il 22 dicembre 1935 a Belpasso, in provincia di Catania. Nella sua lunga carriera di direttore d’orchestra ha condotto, tra le altre, le orchestre Rai di Roma e Milano, l’orchestra sinfonica della Rai e del Festival di Sanremo, quella di Roma e del Lazio, ed è stato quel che si dice un volto noto, per la lunga frequentazione di programmi televisivi di successo. Esordì in tv nel 1973 con Canzonissima, di cui scrisse la sigla, “Ruota libera”, interpretata da Mita Medici, segnalandosi subito quale autore di motivi di grande orecchiabilità che negli anni ne hanno determinato un apprezzamento mai venuto meno. Nacque allora un sodalizio con il Pippo nazionale, che Caruso affiancò in numerosi programmi, dalle varie edizioni del Festival di Sanremo (la frase con la quale Baudo era solito presentarlo, “dirige l’orchestra il maestro Pippo Caruso”, entrò nel lessico comune del nostro Paese) a quelle di Fantastico, da programmi come Serata d’onore a Numero Uno, passando per le tante edizioni di Domenica in.
Con le sue canzoni contribuì al lancio, tra gli altri, di Heather Parisi e di Lorella Cuccarini (andrà almeno ricordata “L’amore è”, interpretata dalla Cuccarini e Alessandra Martines per la sigla di Fantastico 7), e fu autore prolifico di brani molto amati dal pubblico degli anni ’70-’80, come “Johnny Bassotto”, “Isotta”, “La tartaruga”. Nutritissime, poi, le sue collaborazioni con artisti di vario calibro: tra i tanti, Domenico Modugno a Ornella Vanoni, Eduardo De Crescenzo, Mia Martini, Enzo Jannacci, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Sandra Mondaini, Katia Ricciarelli, Andrea Bocelli, Giorgia, ma al suo talento e al suo mestiere si sono affidati anche artisti numerosi internazionali, del calibro di Liza Minnelli, Céline Dion, Michael Bolton, George Benson, Andreas Vollenweider, Kenny G, Charles Aznavour, Gilbert Bécaud, Michael Bublé, Pat Metheny.
Al suo talento poliedrico non poteva poi mancare l’esperienza cinematografica, e infatti Caruso fu anche autore di una decina di colonne sonore.
Oltre che per le doti musicali e i tanti successi, ricorderemo Pippo Caruso per quell’aspetto demodé, il sorriso dolce, l’espressione bonaria e trasognata, che evocano un modo di stare al mondo ormai dimenticato, e un tempo in cui la televisione appariva come un grande focolare domestico dove ritrovarsi in pace, la sera, a condividere emozioni.

 

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