Cavalli di battaglia di Gigi Proietti: cronaca di un trionfo

Un varietà che ha esaltato le qualità dell’attore romano. Sketch memorabili e grandi ospiti. Sabato una nuova puntata dopo il successo delle tre programmate

Cavalli di battaglia di Gigi Proietti: cronaca di un trionfo
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30 Gennaio 2017 - 10.46


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di Francesco Troncarelli

Un grande successo, realizzato con tanta passione e talento da vendere, questo è stato “Cavalli di battaglia” firmato da Gigi Proietti, un varietà televisivo trasformatosi in una specie di festa con tanti personaggi e numeri uno dello spettacolo, in cui l’attore romano ha dato il meglio di sé e della sua storia professionale.

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E’ andato così bene in termini di numeri (una media di 5 milioni a puntata) e di share (20%) che alle tre puntate previste e andate in onda su Rai 1 se ne è aggiunta un’altra in corsa per prolungare l’effetto entusiasmo sul pubblico televisivo. Attenzione, non il classico best of, ma una puntata nuova di zecca, originale, in calendario sabato prossimo, con ospiti, canzoni, monologhi, gag e scenette, tutti quegli ingredienti cioè che ne hanno decretato il trionfo ed ora “a grande richiesta”, come nella miglior tradizione teatrale, una ulteriore replica.

Cronaca di un successo annunciato insomma. E non poteva essere altrimenti, perché Proietti è un cavallo di razza, un attore immenso con i suoi 50 anni di carriera alle spalle che sul palcoscenico sa fare di tutto e di più e naturalmente bene, confermandosi così un performer eccezionale e coinvolgente capace di ipnotizzare la platea generalista con la sua bravura e il suo mestiere come pochi altri.

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Proietti è un artista che è stato capace alla bella età di 76 anni (compiuti lo scorso 2 novembre), di mettersi ancora una volta in gioco, col suo carisma, le sue canzoni (da “New York New York” a “Barcarolo romano”), i suoi personaggi (da Toto a Pietro Ammicca passando per Armando Duval), il suo modo di recitare e reggere la scena col solo sguardo e una mimica irresistibile, recuperando dal suo baule dei ricordi (come avveniva ai tempi di “A me gli occhi please” nel 76 sotto la tenda), quella contaminazione di generi che solo lui è capace di gestire.

Concepito come uno show di impianto teatrale sulla scia dell’omonimo spettacolo messo in scena all’Auditorium di Roma, “Cavalli di battaglia” è stato un programma ragionato e scritto bene (dallo stesso attore con Matteo Catalano, Stefano Disegni, Loredana Scaramella, Federico Andreotti, Matteo Catalano) e interpretato al meglio dal mattatore romano insieme a comprimari navigati come Marco Marzocca e Luigi Sarcinelli a cui si è aggiunta la voce fresca e intensa di Carlotta Proietti (la figlia) e l’orchestra di quaranta elementi diretta dal maestro Marco Vicari e che ha trovato nel Teatro Verdi di Montecatini, la giusta collocazione scenica.

Poi certo, anche i grandi ospiti che si sono affiancati al maestro, hanno contribuito al successo del programma. Nomi come quelli del premio Oscar Nicola Piovani, Claudio Baglioni, Corrado Guzzanti, Renzo Arbore, Paolo Bonolis, Fabrizio Frizzi, Max Tortora, Teo Teocoli, Lillo e Greg, Neri Marcorè, Bianca Guaccero, Serena Autieri e i suoi figliocci Brignano, Cirilli, Laganà hanno dato allo show quello spessore e quella qualità dei grandi varietà di una volta, quando i più importanti protagonisti del mondo dello spettacolo erano di casa nelle produzioni televisive.

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L’ultima conduzione di un programma televisivo da parte di Proietti, risaliva a ventisei anni fa con “Club 92” e ci si domanda perché si sia dovuto aspettare così tanto per rivederlo alle redini di un varietà, mondo e genere che “il maresciallo Rocca” conosce come le sue tasche per antica frequentazione, nobile gavetta e per una cultura di base propria, insita nella sua romanità.

Quella romanità sorniona e guitta ma mai volgare che è una peculiarità importante del suo essere attore a tutto tondo e che si è ispirata alla drammaturgia di Ettore Petrolini e si è nutrita dei sapori popolari e farseschi di artisti come Checco Durante e Fiorenzo Fiorentini e che lo ha reso uno dei beniamini del pubblico, un numero uno amato e applaudito per la sua geniale bravura, per la sua sincera umanità e per i suoi irresistibili cavalli di battaglia.

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