Prima Cosa Buongiorno, in tv il film che racconta le periferie di Napoli

Il nuovo documentario di Pierfrancesco Li Donni vuole raccontare una Napoli diversa, in 'chiave antigomorriana', per cercare di far emergere il bello della città.

Prima Cosa Buongiorno, in tv il film che racconta le periferie di Napoli
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13 Gennaio 2016 - 10.03


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“Prima Cosa Buongiorno” è il nuovo film documentario diretto da Pierfrancesco Li Donni: un viaggio tra le viscere di Napoli e le periferie dell’esistenza, girato nell’autunno del 2015, a pochi mesi dal Giubileo della misericordia. Il doc andrà in onda in anteprima ieri sera, 12 gennaio 2015, alle 21.05 su Tv 2000, all’interno di “70 Volte 7”, un ciclo in quattro puntate del programma “Beati Voi”, dedicato al tema del perdono, di Alessandro Sortino. Dopo il successo del film “Loro di Napoli”, una storia di sport e integrazione incentrata sulle vicende degli atleti della squadra di calcio multietnica Afro-Napoli United con cui ha vinto la 56° edizione del festival dei Popoli di Firenze come miglior film italiano, il regista di origini siciliane si concentra sulla vita nei vicoli di Scampia, della Sanità e del Rione Don Guanella, con uno sguardo rivolto a chi vive ai margini.

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“Il documentario che ho girato a Napoli – spiega il documentarista palermitano – dà ampio spazio alle tematiche degli ultimi, raccontando le loro difficoltà e nobilitandone i valori. Un lavoro sulle periferie dell’esistenza che invita a riflettere e vedere Napoli sotto un’altra luce. L’idea, infatti, è quella di fornire allo spettatore un racconto ‘antigomorriano’, lontano cioè dagli stereotipi negativi in cui è inchiodata la città e capace di cogliere il positivo anche nelle storie apparentemente più disperate”. Non è facile parlare di Napoli, secondo Li Donni, ma ne vale sempre la pena perché “la città è parabola dell’Italia nella sua complessità e, con i suoi personaggi naturalmente dotati di grande capacità scenica e le sue storie inaspettate, è capace sempre di stupirti”. “Tengo a precisare – conclude il regista – che questo film fa parte di quelli che Tv 2000 ha voluto commissionare a registi laici sposando la filosofia di Papa Francesco di apertura verso tutti, non è un film ‘da preti’”.

Il film, diviso in tre capitoli, è prodotto da Own Air per Tv 2000 (Cristina Rajola, Alfredo e Lorenzo Borrelli); creative producer Denver M. Beattie; regia Pierfrancesco Li Donni; dop Nunzio Gringeri, Enzo Pascolo; montaggio Susanna Scarpa; colorist Gabriele Gianni; mix Antonio Barba. “Quando la felicità non la vedi, cercala dentro” c’è scritto sull’enorme colonnato che circonda Piazza Grandi Eventi a Scampia, periferia nord di Napoli, dove Camilla, rimasta vedova da qualche mese, vive assieme ai figli e assieme a loro prova a superare l’enorme fardello che la tormenta: la perdita del marito e il futuro suo e dei suoi ragazzi. La realizzazione di piccole statue di terracotta per i presepi nel cuore del quartiere Sanità, ci introduce, invece, all’interno di un universo diversissimo e post-pasoliniano, dove il lavoro manuale diviene uno strumento di meditazione e raccoglimento per un comunità di ex tossici: un piccolo rifugio di pace dove tutto ruota attorno al concetto di misericordia, solidarietà e accoglienza; e mentre Napoli si prepara a festeggiare Gennaro, il suo santo Patrono, Tonino ex ladro di èlite, come lui stesso ama definirsi, tra un pacco da ritirare e uno da consegnare, diventa narratore della sua vita passata e racconta in maniera esilarante e al tempo stesso romantica, di come una profonda crisi di coscienza lo ha portato sulla strada del perdono e su quella della conversione (mn).

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