Quante ne sa Bisignani su Rai, bestemmioni e Vaticano

In una lettera al Tempo l'informatissimo detentore di segreti nazionali spiega gli intrighi di potere dietro le quinte della Rai. Di tutto, di più.

Quante ne sa Bisignani su Rai, bestemmioni e Vaticano
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6 Gennaio 2016 - 16.30


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Luigi Bisignani è uno che parla spesso di Rai. Ne parla fuori, sui giornali coi quali divide, come dire, la stessa opinione, lo fa dal di dentro, visto che gli è consentito di essere ospite fisso di approfondimenti coi quali, come dire, divide la stessa opinione sull’Italia.

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Questa volta, Bisignani apre il pc e scrive al direttore de Il Tempo. Si può dire tutto di Bisignani (e lo dovrebbe ricordare la Rai quando lo fa entrare e sedere in salotto) ma certamente è uno “informato dei fatti”, grande conoscitore com’è delle logiche che a noi umani non è dato di conoscere: intrecci, alleanze, consorterie di ogni genere, anche quelle apparentemente poco penetranti, che attengono alle relazioni, come dire “del cuore” e che invece valgono, eccome. Pare anche in Rai dove nidificano tutte le appartenenze possibili e immaginabili. Ed anche quelle inimmaginabili, che paiono appartenere solo a uno dei migliori film di Stanley Kubrick.

“Caro direttore, – scrive Bisignani – tu credi davvero che il Vaticano sia così indignato per la bestemmia andata in onda su Rai Uno a Capodanno? Oppure, invece, è solo un pretesto per poter restare nel gioco delle nomine dal quale rischia, per la prima volta, di essere prepotentemente tagliato fuori, visti i rapporti non certo idilliaci tra Matteo Renzi, che ha preso il controllo di viale Mazzini, e i vertici della Conferenza Episcopale Italiana? Per capire – aggiunge Bisignani, indossando le vesti di storico – bisogna tornare indietro nel lontano 1948, a come era, agli albori della prima Repubblica, la ‘santa alleanza’ tra Rai e Vaticano… Amintore Fanfani, primo fra tutti a capire l’importanza della televisione, affidò il compito di riportare le pecorelle smarrite nel proprio ovile a un uomo che della Rai ha fatto la storia: Ettore Bernabei, il quale ha talmente preso alla lettera il compito che, ancora oggi – è il pensiero di Bisignani – vede complotti giudaico massonici un po’ dappertutto”. Bisignani rende onore a Bernabei che fece “della Rai la vetrina dell’Italia che si riprendeva dalla guerra prima e del boom economico dopo”. Bisignani storico della tv ricorda che poi arrivò “la stagione dei grandi sceneggiati, pieni di serenità e fiducia, arma di propaganda formidabile per la DC per vincere le elezioni. Lezione che molti anni dopo seguì lo stesso Silvio Berlusconi, con le sue televisioni, per imporre Forza Italia”. Poi il tempo e gli spazi dei socialisti, quindi Rai Tre. “Formidabile la battuta di Enzo Biagi – ricorda, in proposito, Bisignani – : in Rai se ne assumono sempre quattro alla volta, un DC, un PSI, un PCI e poi uno bravo”. “Davanti a questa ‘aggressione’ di voci non più in linea – ricostruisce Bisignani – la Conferenza Episcopale Italiana si è asserragliata attorno a Rai Uno e a ‘infiltrati’ nei Tg”.

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E fa alcuni nomi, alcuni in servizio attivo, e ricorda il valore economico di alcune convenzioni tra Rai e Conferenza Episcopale. Smessa la veste di storico, Bisignani indossa i panni di spadaccino e affonda la stoccata: “La protesta ufficiale per la bestemmia andata in onda la notte di Capodanno altro non potrebbe essere per monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, il prelato che gestisce i rapporti con la Rai, un pretesto, nella speranza che il nuovo potente amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto si faccia sussurrare qualche nome di interno gradito alla Santa Sede”.

Seconda stoccata: “E forse è anche un modo per rimettere in pista, dopo l’approvazione della nuova legge sulla Rai che ne ridimensiona il ruolo, la Presidente Monica Maggioni, ascoltata recentemente nei ‘sacri palazzi’ e in rapporti di grande amicizia con Padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, l’unico gesuita ospite fisso Rai nei viaggi pastorali sull’aereo papale”.

Conclusione del Bisignani-pensiero: “Davanti alla minaccia di pericolosi arrivi di esterni a Rai Uno rischia di finire che sarà una bestemmia a salvare il Vaticano dalla minaccia di esclusione dalla sfera di influenza sulla Rai. Paradossi della rottamazione”.

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Presa con le pinze anche l’ultima virgola del Bisignani-pensiero, la verità è che, Capodanno con contorno di bestemmia non fermerà le nomine. Lo sanno la stessa Maggioni e gli uscenti. anche quelli con qualche margine di gradimento. Si possono sempre sostituire, perché non sostituirli farebbe scattare negli altri meccanismi di difesa che potrebbero intralciare o azzoppare il cambiamento. Quindi, si vanno a cambiare tutti i direttori. E tra di loro c’è chi, alla disperata, si gioca un sostanziale antirenzismo “buttandosi a destra”, magari con una intervista al giornale inequivocabilmente di destra. E per non risparmiarsi, vale la pena buttare lì anche un paio di nomi giusti: De Filippi per la tv, e Santanchè in politica.

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