Aria british, tranquilla. Il presidente Bashar Al Assad si informa di come vanno le cose in Italia, il lavoro, la politica. Serve davvero uno immane sforzo per ricordarsi di essere a Damasco, la settimana dopo gli attentati di Parigi. Comunque si leggano le cose, Monica Maggioni, presidente della Rai, come nell’intervista con Renzi a Palazzo Chigi, sembra essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, in un ruolo che non le appartiene. E’ stata un’inviata di guerra, e mai una intervistatrice nei salotti della politica.
Ieri le voci – fondate – la davano proprio a Damasco, ad aprire le porte di casa Assad al Tg1. Le voci dicevano anche che questa mattina ci sarebbe stata la firma del presidente Rai su La Stampa, ad illustrare questo nuovo incontro, una conversazione piacevole col padre padrone della Siria: il ritratto che però ne viene fuori dalla penna della Maggioni è più che positivo sulla figura del dittatore siriano.
E’ evidente: la gonna di presidente sta troppo stretta alla presidente. Vorrebbe essere anche direttore generale, amministratore delegato, ma si accontenta di fare un presidente che tracima in ogni dove, senza aver mai lasciato del tutto quel ruolo da direttora di Rainews24. Dopo aver vestito i panni di intervistata nello spazio televisivo di Lucia Annunziata, eccola, novella zelig, riprendere i panni di inviata.
Questa confusione di ruoli era proprio ciò che mancava in casa Rai. Ma era prevedibile, sapendo di che pasta sono fatt le persone che lavorano a Viale Mazzini. A notarlo, scandalizzato, è stato anche un amico, navigato ed autorevole giornalista straniero, solitamente poco propenso allo scandalo, per la grande esperienza che ha in questo settore: “Aspettando, aspettando (in questo caso la riforma) accade anche questo – mi dice -. E succede anche tanto altro. Non solo in Rai, certo. E’ l’Italia, bellezza!”