La procura di Torino ha chiesto una condanna di due anni di carcere per un attore di Striscia la notizia, accusato di aver offerto una tangente nel tentativo di sventare un caso di corruzione. Per la Procura chi corrompe qualcuno commette comunque un reato, anche se il suo obiettivo è nobile, ovvero denunciare qualcosa pubblicamente.
La vicenda fa parte di un processo, in corso in questi giorni, che ha smascherato la maxi truffa delle ‘patenti facili’, dove sono imputati decine di persone. Striscia la Notizia aveva denunciato con un servizio ad hoc il tentaivo di frode, ma per farlo si era servita di un uomo, residente a Settimo Torinese, ingaggiato in qualità di attore con il compito di contattare una delle autoscuole sospette e ottenere illecitamente la patente C versando una tangente. L’uomo sbagliò platealmente nove su dieci risposte del quiz dell’esame teorico, filmando il tutto con una telecamera nascosta, e venne promosso.
«L’unico problema di questa storia – ha spiegato l’avvocato difensore, Antonio Mencobello – è che il mio assistito, una volta che le forze dell’ordine furono informate, sostenne anche la prova pratica di guida. Avrebbe dovuto rifiutarsi. Ma in questo modo avrebbe rovinato le indagini e il servizio. In ogni caso, non c’è corruzione perché non c’è il dolo».
Non è dello stesso avviso il pubblico ministero Andrea Padalino: si tratta, come ha spiegato in aula, di un caso di corruzione consumata e non può essere giustificato da nessuna altra esigenza. Secondo le leggi italiane, le forze di polizia devono attenersi a questo tipo di norme, anche quando svolgono indagini su casi come questo. Dagli archivi Mediaset il video è scomparso, però la polizia ne aveva trattenuta una copia, che è stata proiettata al processo. La sentenza è prevista il 24 novembre.