Sanremo: il festival dei cinguettii, sotto l’ala di mamma Rai

Milioni di twitter e commenti per questa edizione del Festival, un trionfo della comunità virtuale.

Sanremo: il festival dei cinguettii, sotto l’ala di mamma Rai
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15 Febbraio 2015 - 17.46


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di Chiara D’Ambros

Accendo solo ora cos’è successo”, “hanno bisogno di noi tutti pronti” e commenti a piovere, una vera e propria twitter-cronaca per il Festival2015. Onde di opinioni a volte coese a volte contrastanti si sono mosse incessantemente per tutta la settimana sulla spiaggia di Sanremo inondando a tratti l’Ariston di stima e consenso o più spesso di cattiverie e critiche.

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Una comunità che vuole esserci per dire la sua. Come ha notato ieri qualcuno proprio con un tweet: “mi trovo a constatare quanti single ci sono in Italia, tutti qui su twitter nella sera di Sanvalentino”.
Non solo, quindi, un coinvolgimento con il televoto (forse truccata a quanto fanno sospettare le notizie dell’ultima ora?) bensì una partecipazione concreta, immediata soprattutto in diretta e quindi davvero coinvolgente, per le centinaia di migliaia di persone che hanno cinguettato incessantemente, ogni sera, nonostante il tramonto del sole.

Durante questo Sarmemo ha fatto irruzione una nuova modalità di fruizione del mezzo televisivo che oggi a Festival finito troverà i twittatori un po’ disorientati, forse alle prese con un pizzico di depressione post adrenalinica e con un po’ di solitudine? Forse si perché twitter ti chiede di essere pronto, in ogni momento, di cogliere cosa sta succedendo, ti consente di dar voce ai giudizi, anche ai più spietati all’interno di una realtà che in quanto virtuale ti dà la possibilità di stare con gli altri ma a distanza, di dire la tua senza imbarazzo e forse talvolta schiacciando il pudore.

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Il seguito twitter di Sanremo2015 è stato un fenomeno senza precedenti assieme ai quasi 12 milioni di telespettatori di cui i twittatori sono stati parte. E viene da chiedersi qual è l’elemento magico che fa di Sanremo un tale catalizzatore di pubblico? La musica? Non basta. Il Belpaese sembra aver sempre bisogno di un “Grande Amore” e di vivere anche se solo virtualmente una favola con tutti gli elementi che la caratterizzano. Dove per esempio c’è un re (Conti) che gestisce il regno con brillante prontezza e maestria, una bellissima principessa o dea o magari Cenerentola (Rocio) con le sorellastre (Arisa e Emma), un po’ goffe ma in fondo brave e buone.

Dove ci sono paggi e paggetti e buffoni, strane creature, serate di gala con invitati che vengono da tutto il mondo, persino dallo spazio, portando il proprio dono, in questo caso chi una canzone, chi bellezza, chi fama, chi rispose a delle domande (spesso di circostanza), e un esercito di campioni e giovani aspiranti che partecipano a rendere e mantenere incantato il lustro del reame. Il mondo virtuale come il mondo favolistico trova tanto seguito e partecipazione perché sono rassicuranti, per quanto solo ti fanno sentire parte di qualcosa, di una per quanto illusoria condivisione. E forse mai come in un momento storico come questo di frammentazione sociale estrema e minacce internazionali concrete, questo rifugiarsi tra le gonne di mamma rai, anche solo per finta, anche solo per cinque giorni che sia con i tweet o semplicemente con occhi e orecchie, poteva essere cosa più gradita.

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