Anica e Cartoon Italia hanno impugnato davanti al Tar del Lazio il provvedimento con cui Agcom ha concesso in via permanente a Fox International Channels la deroga all’obbligo previsto dalla legge di investire in opere cinematografiche di espressione originale italiana e di programmare contenuti europei di produttori indipendenti destinati ai minori.
Le istanze del comparto audiovisivo all’Autorità affinché le deroghe agli obblighi di investimento e programmazione siano provvedimenti da assumere solo in via eccezionale, e comunque precedute da verifiche anche sul lato produttori, non hanno infatti portato risultati.
Il settore si è dunque visto obbligato a opporsi in sede amministrativa contro l’ultima delibera dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Le attese dell’industria non sono solo di vederla annullata dal Giudice Amministrativo, ma anche di avviare un dialogo costruttivo e paritario con tutti i broadcaster attivi in Italia, sotto l’egida delle istituzioni competenti, su modalità attuative che consentano di esprimere pienamente il potenziale di sviluppo economico, sociale e culturale di un settore audiovisivo unito e armonizzato.
“I cartoni animati, le serie televisive, i film ideati e prodotti da autori e produttori indipendenti europei e italiani, in cui i bambini, i ragazzi, gli adulti italiani possano riconoscere la loro identità culturale e sociale, sono importanti per il futuro del nostro paese”, dichiara Anne-Sophie Vanhollebeke, presidente di Cartoon Italia.
“Il settore produttivo italiano è preparato e perfettamente in grado di realizzare contenuti audiovisivi adatti a tutti i palinsesti, budget e linee editoriali, che rispondano alla crescente domanda di audiovisivo di qualità. La circolazione internazionale dell’audiovisivo italiano, la crescita dell’industria europea e l’affermazione sui mercati esteri possono realizzarsi solo se tutti gli operatori fanno la loro parte. Non chiediamo altro che le istituzioni di garanzia si dimostrino veri interpreti dello spirito delle norme e vigilino sulla loro corretta applicazione. Tutto il resto è il nostro lavoro, che abbiamo dimostrato al mondo di saper fare molto bene, conclude Riccardo Tozzi, presidente di ANICA.