La Sony corre ai ripari: vietato pubblicare i file rubati

Gli avvocati della Sony hanno fattosapere che pubblicare i documenti messi in rete dagli hacker è un reato.

La Sony corre ai ripari: vietato pubblicare i file rubati
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15 Dicembre 2014 - 12.04


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La Sony corre ai ripari: dopo l’attacco degli hacker al suo sistema informatico della Sony, avvenuto alla fine di novembre, gli avvocati della casa cinematografica hanno fatto sapere che l’uso dei documenti rubati da parte dei mezzi di comunicazione non è consentito. Anche se ormai la maggior parte dei file è stata svelata, la Sony al momento ha chiesto a chi sia in possesso di altro materiale top secret di distruggerlo.

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“Scriviamo per assicurarci che siate a conoscenza del fatto che Sony non consente di rimanere in possesso, leggere, copiare, disseminare, pubblicare, caricare o scaricare o fare qualsiasi uso delle informazioni rubate” ha scritto David Boies, uno dei legali.

Tra i documenti privati di Sony diventati di pubblico dominio ci sono anche le e-mail che la co-presindetessa Amy Pascal e il produttore Scott Rudin si erano scambiati, in cui avevano fatto alcuni commenti razzisti rivolti al presidente Barack Obama o dato della bambina mocciosa ad Angelina Jolie.

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“Non dovevo scrivere certe cose – ha dichiarato la Pascal – anche se in corrispondenza privata, e me ne scuso. Le vittime di questo attacco sono soprattutto i dipendenti di Sony i cui dati personali sono stati resi pubblici. Mi scuso sinceramente, ma ho una compagnia cinematografica da mandare avanti. Cosa è successo, più che essere devastante è un elemento di distrazione, ho 6000 dipendenti, ho film da fare uscire. Dobbiamo andare avanti”.

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