L'attore Valter Malosti interpreta online le "Dodici poesie intorno ad Auschwitz" di Primo Levi | Giornale dello Spettacolo
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L'attore Valter Malosti interpreta online le "Dodici poesie intorno ad Auschwitz" di Primo Levi

La raccolta di scritti fa parte dell'iniziativa “Io so che cosa vuol dire non tornare”, un mese di eventi dedicati allo scrittore torinese

L'attore Valter Malosti interpreta online le "Dodici poesie intorno ad Auschwitz" di Primo Levi
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14 Gennaio 2021 - 19.26


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“Annunciazione. Dodici poesie intorno ad Auschwitz” è una raccolta di scritti di Primo Levi, scelti dal critico e studioso Domenico Scarpa e interpretate dal regista, attore e direttore del TPE -Teatro Piemonte Europa- Valter Malosti, trasmessa online stasera, giovedì 14 gennaio, sul sito circololettori.it e sulla pagina Facebook del Circolo dei lettori di Torino. 
La serata fa parte dell’iniziativa che prende il nome di “Io so che cosa vuol dire non tornare”,  organizzata dalla Fondazione Circolo dei lettori insieme al Centro Internazionale di Studi Primo Levi e che comprende, tra gennaio e febbraio, una serie di incontri, lezioni, letture e riflessioni online dedicati a Primo Levi, grande testimone di Auschwitz, anche in occasione del “Giorno della memoria” del 27 gennaio. 

“Ci manca la sua voce», commenta Elena Loewenthal, direttore della Fondazione Circolo dei lettori, “così profonda da riuscire ad arrivare sempre al cuore delle cose. Anche, ma non soltanto, a quel cuore nero che è l’abisso della Shoah. Primo Levi è, ma soprattutto deve tornare a essere, il canone della nostra memoria, dello sguardo che, nell’orientamento ebraico del tempo, ha il passato davanti agli occhi e il futuro alle spalle. Perché ciò che è stato è in qualche misura conoscibile, mentre quello che è ancora da venire non possiamo saperlo ma soltanto imparare ad affrontarlo con gli strumenti che l’umana coscienza ha fatto propri nel corso della storia”. La scrittrice scrive sul portale della Fondazione:”La voce di Primo Levi: nitida, precisa, illuminante. Carica di una sapienza che si costruisce nella continua osmosi fra emozioni ed esperienza di vita. Per questo e per tanto altro la voce di Primo Levi è necessaria a tutti. Per come ha saputo disegnare la memoria e raccontarla. Per come ha saputo trasformare la memoria in una lezione morale e in un percorso di conoscenza condivisa.” E conclude: ““Io so che cosa vuol dire non tornare” deve significare che tutti non siamo tornati di laggiù, che soltanto appropriandoci di quell’esperienza attraverso la voce di Primo Levi possiamo provare a fare in modo che non accada mai più.”

Al progetto hanno collaborato anche Giulio Einaudi editore, il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Primo Levi, il ministero dell’Istruzione, la Fondazione Leonardo Sinisgalli, Comune di Novara e Comune di Settimo Torinese, oltre al Teatro Piemonte Europa, che contribuisce anche con un’altra produzione sempre a cura di Valter Malosti e prevista nelle prossime settimane, dal titolo “Protezione. Tre podcast per tre racconti di Primo Levi”, tratti da “Vizio di forma” e da “Storie naturali”.

Clicca qui per assistere all’evento di stasera

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