"Assenza spettacolare". Va in scena la protesta del mondo dello spettacolo

Organizzata dai sindacati di categoria, in 17 città italiane la giornata ha visto uniti tecnici, maestranze e artisti contro il Dpcm: dal "concerto muto" alle bare per la "morte" della cultura

"Assenza spettacolare". Va in scena la protesta del mondo dello spettacolo
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30 Ottobre 2020 - 17.20


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Manifestazioni di protesta dei lavoratori dello spettacolo contro le chiusure dei luoghi disposte dall’ultimo Dpcm in tutta Italia: variopinte e originali, ma sempre composte, hanno coinvolto le numerose categorie che ne fanno parte. In 17 città italiane ha trovato risposta l’appello dei sindacati di categoria (la mobilitazione nazionale è stata indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil) per questa giornata di protesta chiamata “Assenza Spettacolare” 
In piazza Castello, a Torino,  Cgil, Cisl e Uil Spettacolo hanno organizzato una manifestazione regionale con un migliaio di persone che hanno chiesto a gran voce reddito garantito per chi non può più lavorare per via della pandemia e del Dpcm, oltre a una migliore definizione degli orari di lavoro e rispetto delle norme di sicurezza.
A Milano la manifestazione è stata promossa dai lavoratori dello spettacolo e dai sindacati confederali. All’interno della stessa, in piazza della Scala, il direttore d’orchestra e pianista Enrico Intra ha diretto un concerto muto con i musicisti che facevano il gesto di suonare e i cantanti che aprivano la bocca senza cantare. “Noi siamo produttori di suoni, immagini e rappresentazioni ma oggi simuleremo il silenzio che è parte integrante della musica, un momento di attesa dove il pubblico pensa ‘adesso cosa succederà’?” – ha premesso Intra prima di dirigere il concerto muto.
A Trieste, in piazza Unità nella mattinata, alcune centinaia di persone si sono riunite per protestare contro le misure previste dal Dpcm.  Tra gli slogan “Siamo ai titoli di coda ma non ci spegnerete” i partecipanti chiedevano risorse al Governo e un tavolo permanente di confronto tra parti sociali e ministero. Sotto l’egida dei sindacati di categoria – Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom sfilavano i lavoratori dell’indotto dello spettacolo, con i caschi antinfortunio in testa per chiedere un «rafforzamento delle misure di sostegno al settore, in particolare sul fronte degli ammortizzatori sociali, e misure capaci di garantire al comparto reali prospettive di rilancio a partire dal rispristino dell’operatività dei teatri e delle sale. Luoghi, questi, che si sono rivelati sicuri». 
Solo un Flash mob a Genova organizzato dal coordinamento “Emergenza Spettacolo Liguria” con un centinaio di lavoratori dello spettacolo uniti ai rappresentanti dell’Assodanza Italia che hanno organizzato una “passeggiata” intorno alla fontana di piazza De Ferrari, denunciando le difficoltà sorte con l’ultimo Dpcm. “Noi anche in tempi normali siamo abbandonati – dice Massimo Olcese, ancora in tournée quando è scattato il blocco agli spettacoli – ma adesso la situazione è più complessa perché non abbiamo nessun aiuto economico. Servono soldi per aiutare persone che non lavorano anche perché le poche riserve che avevamo erano già finite con la prima chiusura”.
A Firenze è stata piazza Santissima. Annunziata a ospitare la manifestazione: anche qui è stata indetta dalle Federazioni Nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, che “denunciano l’assenza di prospettiva e di progetto per una vera ripartenza per i lavoratori dello spettacolo. Tecnici, attori, danzatori, musicisti, coreografi e tutte le professionalità dello Spettacolo, non potranno vivere del loro lavoro per molti mesi ancora”, si legge in una nota dei sindacati. Tra i manifestanti alcuni hanno portato delle bare (finte naturalmente) per simboleggiare la morte della cultura.
Ad Ancona si sono viste ballerine con le scarpette da danza appese al collo, tecnici con gli elmetti in testa, insegnanti di ballo in divisa, trampolieri e mangiafuoco in piazza del Plebiscito ad Ancona. Alla manifestazione di protesta, organizzata da Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil, hanno partecipato circa 300 lavoratori dello spettacolo in una regione, le Marche, con 6mila addetti per lo più precari.
In piazza Italia a Perugia circa 200 lavoratrici e lavoratori hanno chiesto risorse certe fino alla ripartenza, un confronto permanente tra parti sociali e ministeri, ammortizzatori sociali e tutele strutturali anche per “tutti i lavoratori atipici e discontinui”, di rendere stabili “i precari delle fondazioni lirico-sinfoniche”.
A Cagliari, davanti alla Prefettura, in una manifestazione sempre promossa da Cgil, Cisl e Uil, mezzo migliaio di persone in rappresentanza di teatri, cinema, scuole di danza, circhi e animatori ha dato vita a una performance con tamburi, trampolieri e ballerini in tuta bianca. “Siamo stanchi di elemosina – questa la denuncia – e di lavorare gratis”.
I lavoratori dello spettacolo sono scesi in piazza Montecitorio a Roma per protestare contro la chiusura di teatri e sale voluta dal nuovo dpcm per arginare l’epidemia da Covid-19. “Vergognoso paragonarci alle sale bingo”, protesta qualcuno. Mentre altri rivendicano di “non sapere come fare”, e di non avere i soldi per sfamare la propria famiglia, nonostante siano stati previsti ristori per la categoria.
A Napoli, i lavoratori si sono ritrovati in piazza del Gesù: attori di teatro e di cinema, costumisti, artisti di circo. Mettono in scena un corteo “funebre” per celebrare “la morte del nostro lavoro” e sui volti, molti di loro, hanno dipinto la lacrima di Pierrot mentre una banda suona una marcia triste dietro a un gruppo di attrici travestite da vedova “di un mondo che è morto”.
Anche a Bari i lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo scendono in piazza per manifestare contro la crisi del settore messo ulteriormente in ginocchio dagli ultimi provvedimenti anti-Covid del Governo. Un sit-in pacifico in piazza della Libertà davanti al palazzo della Prefettura di Bari, al quale hanno aderito alcune centinaia di manifestanti, attori, ballerini, musicisti, lavoratori del settore dello spettacolo viaggiante e dei luna park, sempre organizzato da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom.
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