di Stefano Miliani
La platea del settecentesco Teatro della Pergola di Firenze diventa variabile. Nel senso che verrà modulata a seconda dello spettacolo in cartellone perché, con i distanziamenti anti-Covid, nulla anche nello spettacolo può proseguire come prima. Senza però fermarsi. Lo rileva l’assessore alla cultura del Comune e presidente della Fondazione Teatro della Toscana Tommaso Sacchi in una conferenza stampa allestita in quella medesima platea per dire che, dopo la chiusura a marzo per il lockdown, la sala fiorentina riprende con gli spettacoli dal 27 ottobre all’8 novembre: in cartellone uno spettacolo storico diretto da Daniele Sepe, The Dubliners tratto dai magnifici racconti di James Joyce, in un allestimento con la sua “Comunità” e con iNuovi, la compagnia di giovani teatranti creata dalla fondazione medesima e che gestisce in tutto e per tutto il vicino Niccolini. Ripartono anche le altre sale della fondazione: il Teatro Era di Pontedera, il 15 e 16 ottobre vede arrivare Cabaret tragico di Alejandro Jodorowsky con la regia di Fabio Cherstich portato da una figura anch’essa storica del teatro italiano più aperto alle sperimentazioni, Andrée Ruth Shammah del Teatro Franco Parenti di Milano; a seguire lo spettacolo aprirà la stagione del Teatro Studio “Mila Pieralli” di Scandicci.
La Pergola dunque riparte e se presenterà il calendario tra una settimana, insieme al direttore artistico Stefano Accorsi, qualcosa ha già annunciato. Anzi tutto grazie alla co-produzione fiorentino-parigina con il Théatre de la Ville tornerà Bob Wilson alla regia in date da comunicare: la sala ripropone il monologo diretto dal regista-artista texano Mary said what she said con una inarrivabile Isabelle Huppert già rappresentato alla Pergola con il pubblico rimasto incantato e sempre Wilson aprirà la stagione 2021-22 con l’Inferno, nuova produzione nel settimo centenario della morte di Dante, il prossimo anno. Il taglio internazionale d’altronde è uno dei filoni-chiave del Teatro della Toscana e il direttore Marco Giorgetti rimanda a rapporti e coproduzioni di spettacoli con istituzioni e teatri di città come Amsterdam, Atene, Barcellona, Madrid, Oslo e, fuori d’Europa, New York.
«Il teatro riapre in totale sicurezza. La platea della Pergola sarà di volta in volta utilizzata per lo spettacolo come spazio scenico oppure per il pubblico con il distanziamento delle poltrone. Valuteremo tutte le possibilità. Useremo la sala in modo duttile, questa sala non ha limiti, nel rispetto delle norme», osserva Sacchi. Quindi, anche, con spettatori in platea e altri come sempre nei palchi.
Mentre proseguono le trasmissioni di spettacoli su FirenzeTv avviate per il lockdown con 4.500 iscritti e 300mila visualizzazioni dichiarate, il presidente della fondazione rivendica i legami stretti con il mondo della scuola, intende collaborare con l’università, Giorgetti apre le porte anche a fumetti e podcast e intende portare il teatro fuori dal teatro, «con attività che faremo ovunque potremo intercettare il disagio o le periferie». Il ruolo che l’istituto toscano vuole avere è il seguente: essere «teatro civile e politico in quanto luogo ‘sacro’ della polis», scrive la Fondazione, in uno scenario di scambi con l’Europa e, in primo piano, il teatro parigino diretto da Emmanuel Demarcy-Mota.
Il sito della Fondazione Teatro della Toscana