Chi era la “unsterbliche Geliebte”, la “amata immortale”, a cui Beethoven scrisse tre lettere il 6 e 7 luglio 1812 che poi non spedì? Come ricorda Wikipiedia, una coppia di studiosi, Massin e di Maynard Solomon, individuò due possibili identikit: Joséphine von Brunsvik e Antonia Brentano. Con un dettaglio che non quadra: accanto al manoscritto trovato in una credenza c’era un ritratto femminile e non ritraeva nessuna delle due donne.
A Lucca, nella chiesa di San Francesco, domani 4 luglio alle 21 Renato Carpentieri dà voce alla storia rimasta un mistero accompagnato da Patrizia Bettotti al violino e da Andrea Dindo al pianoforte che eseguono la “Sonata Kreutzer”. La serata, dal titolo “Amata immortale Alla ricerca della donna sconosciuta che rubò il cuore di Ludwig Van Beethoven”, si ispira alle ricerche sull’argomento dell’amico e amministratore del compositore, Anton Schindler.
Organizza la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca con biglietti gratuiti purché prenotando sul sito (clicca qui) e viene trasmesso in diretta da Noi Tv.