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“Le memorie di Adriano” della Yourcenar rivivono con Pino Micol

Alla Pergola di Firenze in prima nazionale il regista Scaparro torna sul capolavoro della scrittrice sull’imperatore e sull’incrocio di civiltà

“Le memorie di Adriano” della Yourcenar rivivono con Pino Micol
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4 Novembre 2019 - 14.18


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Le memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar è un romanzo stupendo e una delle più compiute, affascinanti, intime e riuscite riflessioni della modernità sull’antico, sulla cultura classica, sul confronto e sullo scambio tra culture, sui fondamentalismi e sulle ipocrisie. Al Teatro della Pergola di Firenze da martedì 5 a domenica 10 va in scena in prima nazionale un adattamento al palcoscenico di quelle “memorie” dell’imperatore romano, pubblicate nel 1951, con Pino Micol come protagonista e la regia di Maurizio Scaparro. Una sfida ripensando all’indimenticabile Adriano reso sul palcoscenico da Giorgio Albertazzi, diretto sempre da Scaparro.

“Conservo un ricordo chiaro di quell’allestimento – ricorda oggi Pino Micol ad Angela Consagra sul foglio di sala – ma per questo spettacolo in particolare mi sono dovuto affidare esclusivamente a quello che è il mio universo di emozioni. Se avessi fuso le due interpretazioni, quella di Giorgio Albertazzi e la mia, forse mi sarei un po’ perso… Ho preferito affidarmi alla mia sola sensibilità, per tentare di dare un risultato che sia perlomeno coerente con quello che sono e con la mia anima”.

Quanto al romanzo, sempre nelle note di sala l’attore dice: il romanzo “delinea la storia di un uomo glorioso, un imperatore stupendo che è anche un poeta, amante delle arti e della socialità, vicino ai desideri del popolo: una figura memorabile, anche se noi non sappiamo se nella realtà lui fosse davvero così fino in fondo. È l’immaginazione dell’autrice che ci ha trasmesso questo ritratto ideale e io credo che dietro a questo personaggio si celi proprio lei stessa. Marguerite Yourcenar ha voluto regalare al mondo, attraverso il suo libro, un grandissimo messaggio di speranza e di bellezza”.

La narrazione delle Memorie di Adriano è nella forma di una lunga lettera – testamento al diciassettenne Marco Aurelio che l’imperatore ha scelto come successore. “Poco a poco – riporta la nota stampa – questa lettera cominciata per informarti dei progressi del mio male è diventata lo sfogo di un uomo che non ha più l’energia necessaria per applicarsi a lungo agli affari di stato; la meditazione scritta d’un malato cha dà udienza ai ricordi. Ora, mi propongo ancor di più: ho concepito il progetto di raccontarti la mia vita”.

Marguerite Yourcenar iniziò a scrivere il romanzo tra il 1924 e il 1929, quando aveva tra i 20 e i 25 anni, ma l’elaborazione su lunga. La scrittrice francese fece ricerche, andò nei luoghi di Adriano (a partire dalla villa a Tivoli), fu un processo complesso e tormentato dall’esito stupendo, in pagine a più strati dove la politica, l’amore, la cultura, la filosofia, la letteratura, l’arte, si intrecciano e si fondono. Nata a Bruxelles nel 1903 e morta nell’isola di Mount Desert nel Maine (Usa) nel 1987, è stata la prima scrittrice ammessa alla Académie Française.

L’allestimento è un atto unico di un’ora e vede in scena anche Federico Ruiz, Evelina Meghnagi, Arnaldo Vacca, Cristiano Califano. Le coreografie sono di Eric Vu An, i costumi e l’allestimento scenico di Lorenzo Cutùli, le multivisioni di Francesco Lopergolo. È una produzione del Teatro Ghione e della Fondazione Teatro della Toscana con il contributo del Teatro Olimpico di Vicenza.

 

Il sito della Fondazione Teatro della Toscana

 

 

 

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