Nel 1955 Pier Paolo Pasolini pubblicò per Garzanti il romanzo Ragazzi di vita, sulle borgate, su Roma, sulla modernità. Un romanzo-spartiacque per la letteratura italiana e per l’autore. Con la drammaturgia di Emanuele Trevi e la regia di Massimo Popolizio, una versione teatrale del racconto corale di Pasolini è fino al 27 gennaio al Teatro Strehler di Milano (sala nel marchio del Piccolo) con 19 giovani interpreti.
“Un brulichio di voci e corpi che parlano in romanesco e trascorrono le giornate nelle borgate, in cerca di qualche lira e di nuovi passatempi. È Roma come la leggeva Pasolini negli anni Cinquanta del boom dopo essere approdato a Roma, carico del dolore causato dalla radiazione dal Pci, dall’allontanamento dall’insegnamento in una scuola media, dalla separazione dall’amato Friuli della giovinezza”, scrive nel suo sito il teatro milanese. Che comunica come Trevi si sia mantenuto fedele al testo, abbia restituito il suo linguaggio – peraltro innovativo soprattutto per l’epoca e poetico – e come Popolizio dia forza alla “vitalità irrefrenabile e poetica dei ragazzi, alternando ironia e durezza, innocenza e abisso”.
In scena compare il personaggio di Lino Guanciale, alter ego di Pasolini, che collega le vicende del romanzo e media tra spettatori e palcoscenico: fa da narratore su quel mondo dove si alternano prove di coraggio, di sessualità, vitalità e insolenza.
“Ragazzi di vita” di Pasolini diventa teatro con Trevi e Popolizio
Allo Strehler di Milano un adattamento di Emanuele Trevi con regia di Popolizio dal romanzo del 1955 sui giovani borgatari di Roma
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17 Gennaio 2019 - 18.29
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