Ofelia, una donna intelligente, buona, ma destinata ad una morte infelice: un personaggio sacrificato da Amleto in vista dei suoi piani, e della sua necessità di apparire folle ad ogni costo. Ma quale potrebbe essere la versione di Ofelia?
Plenilunio. Un cimitero e un’ombra che intona un canto nella notte.
A Elsinora, 400 anni dopo, Ofelia risorge. E’ Hamletelia, pluripremiato spettacolo di e con Caroline Pagani, al Pacta Salone di Milano dall’8 al 12/11, che riscrive l’Amleto di Shakespeare dal punto di vista di Ofelia, la promessa sposa (Miglior attrice Roma Fringe Festival 2013, Premio Fersen Drammaturgia 2013, Premio Fersen Regia 2017).
Un viaggio a ritroso, dalla contemporaneità all’epoca elisabettiana, e un omaggio alla storia delle rappresentazioni di Hamlet, in teatro, cinema e pittura. In scena, il fantasma di Ofelia agisce, canta, balla, diventa Amleto, Gertrude, Polonio, Laerte, evoca spiriti di altre eroine shakespeariane. E si domanda, perché questo sciagurato destino? “Ofelia – dice Pagani – è l’ombra giovanile di ognuno di noi. E’ la donna e la bambina impazzite per amore, simbolo archetipico della fragilità che accomuna tutti quando ci sono in gioco le questioni più importanti della vita: il tradimento, l’amore, la morte”.