Il punto è questo, in estrema sintesi. La politica culturale nel Paese il più delle volte è in mano a incompetenti, ma nella categoria vanno inseriti anche i manigoldi, i politici, i portaborse e le loro emanazioni artistiche-culturali. Ho scritto incompetenti e non incapaci perché a dire il vero capaci lo sono. No, non a far crescere una coscienza culturale, questo nell’epoca è del tutto inutile ai fini del sistema: sono capacissimi nell’usare i soldi della collettività per mega progetti che non hanno radici e non portano frutti. Per finanziamenti utili a rafforzare un sistema di relazioni privilegiato tra il potere politico e quello artistico-culturale. L’ultimo esempio lo denuncia l’Asilo che a Napoli ha restituito alla città l’Ex Asilo Filangieri.
“700mila euro per due giorni. Tanto offre il Napoli Teatro Festival ad Al Pacino per il suo monologo. Ancora una volta si preferisce il grande evento commerciale e succhiasoldi ad una solida e più duratura idea di politica culturale. Ancora una volta la città e i lavoratori e le lavoratrici del settore vengono tenuti fuori da quasiasi decisione o coinvolgimento.
Il nuovo Festival dell’era De Luca (il neo eletto presidente della Regione Campania che ha ben pensato di non nominare un assessore tenendo per se la delega alla cultura) sembra percorrere le stesse orme di quello del suo predecessore Caldoro.
Voi cosa fareste con 700mila euro?
A noi veniva in mente che con tutti questi soldi si potrebbero finanziare:
– 40 residenze artistiche al mese, in un anno oltre 500;
– i medio piccoli teatri della Campania per un anno, per garantire un cachet sicuro a tutte le compagnie ospitate;
– almeno 8 scuole di teatro o di danza con borse di studio per 400 allievi.
E ancora, si potrebbero allestire 10 centri di produzione con spazi per prove, in ogni quartiere della città.
Ma di tutto questo non vedremo nulla”.
A proposito di soldi della collettività. Vi ricordate gli 8 milioni e 400mila euro dati al Cirque du Soleil? Vi ricordate la polemica lanciata da un’artista? Ilaria Drago che diceva: anche solo questi spiccioli di appalto, i 400mila euro sarebbero utili per dare ossigeno al mondo della ricerca teatrale italiano. Ebbene, gli spettatori sono stati un flop, le previsioni sbagliate alla grande. E chissà quanto è restato sul nostro groppone di cittadini contribuenti. E quei soldoni che cosa hanno lasciato alla città? Niente. Come tutti i grandi eventi. Un niente scintillante e spettacolare, pensato da politicanti e ignorantoni in cerca di visibilità che con i soldi nostri pagano la loro immagine.