Rising Star: Gioia Salvatori

Sempre più ricca di nuovi volti, la Gallery di Rising Star. Questa settimana è dedicata a Gioia Salvatori.

Rising Star: Gioia Salvatori
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4 Febbraio 2016 - 09.50


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di Nicole Jallin

Occhi vispi, vitalità costante, fonte inesauribile di humor, Gioia Salvatori, romana “de Roma”, porta con sé un rispettoso, raffinato e innato talento comico che provoca dolori muscolari alle guance di chi la ascolta, causa riso e sorriso prolungato e ininterrotto. Lo sa bene chi l’ha vista tra le casalinghe – disperate, ma non troppo – di “Olio di gomito”, commedia commovente scritta e diretta da Maria Teresa Berardelli, e chi l’ha ammirata nel one-woman show “Cuoro”, con regia di Giuseppe Roselli, da poco rivisto alle Carrozzerie N.O.T. (dove ritornerà in primavera): «Nasce dal mio blog, “Cuoro”. Un blog che ho aperto per raccontare della gente, dell’attualità, della quotidianità. Piano piano il seguito aumentava e tra i lettori c’era anche Giuseppe Roselli, che mi ha contattato chiedendomi di farne uno spettacolo. E così è stato. Giuseppe ha accolto e messo in forma di immagini le mie idee, mi ha diretto in quella che per me è stata una vera e propria “prima volta”: il primo spettacolo che scrivevo da sola. Un’esperienza difficile e complessa che però mi ha restituito tanto, mi ha insegnato moltissimo, e mi ha dato la possibilità di dire la mia, di commentare la società contemporanea ridendo. Mi piace far ridere, non mi etichetto esclusivamente come comica (sono un’attrice innanzitutto), ma non nego che la comicità sia la mia prima indole».

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Si diploma alla Fondazione Teatro Due dello Stabile di Parma, Gioia. Studia al Centro Teatro Ateneo di Roma, al Corso europeo di Alta formazione nelle tecniche d’attore della Commedia dell’arte (insieme a Claudio De Maglio, Claudia Contin, Carlo Boso, Gilberto Tofano), e si perfeziona accanto a Giorigo Barberio Corsetti, Maddalena Crippa, Andrea Baracco, Bruce Myers, Jurij Ferrini, Jean Paul Denizon, Andrea Baracco, Giovanna Mori, Carlo Boso, Michela Lucenti, Emiliano Bronzino. Poi, il debutto sul palcoscenico con una tournée internazionale, quella de “Il Finto Marito” di Flaminio Scala per regia di Claudio De Maglio, e l’instancabile amore per il teatro: «Non ho mai fatto TV e cinema. Non dico che non mi interessino, però non mi sono ancora proposta: diciamo che lo schermo non è per me un’ambizione primaria. Piuttosto lo è la scrittura: è una grande passione che voglio continuare a coltivare; voglio curare il blog, cercare contenuti da inserire, approfondirli, analizzarli. Poi, chi lo sa, l’interesse per la scrittura potrebbe anche prendere la forma della drammaturgia». E un pensiero alla regia? «No – senti Nicole -, direi no. La regia no. Per ora no». Perché? «Perché ho più una visione settoriale che totale: non possiedo quello sguardo, necessario per la regia, capace di montare i singoli elementi in un’immagine completa, unica. Questo per ora non c’è. Però mi piace molto lavorare con gli attori, concentrarmi con loro sulla recitazione e sull’approccio ai personaggi. Sì, questo sì».

E se ci pare di capire che la regia non faccia parte della volontaria espressione artistica di Gioia, ci sono invece il canto, la danza contemporanea, la musica del pianoforte e della chitarra, e la radio, per la quale dà vita al progetto “Ultima Spiaggia”, di cui è autrice e interprete. Intanto le esperienze recitative proseguono: dal confronto con Shakespeare nel “Sogno di una notte di mezza estate” diretto da Bruce Myers, e “Pene d’amor perdute” per regia di Gigi Dall’Aglio, all’incontro con Goldoni ne “Il Bugiardo” per la regia di Paolo Valerio, e con Aristofane e le sue “Donne in Parlamento” a firma di Nicoletta Robello. Si aggiungono anche la rielaborazione di “Antigone” di Jean Anouilh, con regia di Maurizio Panici; “Il paese delle ombre”, con testo di Maria Teresa Berardelli e regia Antonio Tintis; “GabbiaNo” scritto e diretto da Woody Neri, con cui collabora anche in “The Happy Bear Show”. Poi, i lavori dedicati al teatro ragazzi come “Il meraviglioso mago di Oz” di Lyman Frank Baum, siglato da Erika Manni; lo studio curato da Michela Lucenti/ Balletto Civile su testo di Rodrigo Garcia “Vorrei sapere che cazzo c’è da ridere”, e il vincitore Premio Scenario Infanzia 2014 “Fa’ afafine, mi chiamo Alex e sono un dinosauro”, per drammaturgia e direzione di Giuliano Scarpinato: «Ogni incontro è stato un tassello fondamentale nella mia crescita artistica e professionale. Quello con Michela Lucenti e il Balletto Civile però, con il lavoro fatto sul corpo, il tipo di indagine fatto attraverso un teatro fisico che costringe a una presenza forte, si è radicato profondamente in me, e torna come un istinto ogni volta che vado in scena. E parlando di andare in scena, non posso non citare la forte emozione provata per “Il Bugiardo”: toccava a me salire sul palco, e c’era una folla là fuori, davvero tanta gente. In quel momento mi sono sentita stringere tra spavento, adrenalina, euforia: praticamente un infarto. Ma ero felice, tachicardica ma felice. Lì ho realizzato quant’è eccitante questo lavoro, quanto ti scuote. Lì ho capito che era quello che volevo fare». E Gioia il teatro continua a farlo, annunciando prossimi imminenti progetti nei quali impegnerà dedizione, energie, e attraente positività: «E, mi raccomando, prima di chiudere, scrivi che sono magra, molto magra. Una miss».

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