Andrà in scena da oggi (27 novembre) al 6 dicembre 2015 “Incanto di Natale”, la commedia di Paola Nicoletti che racconta una vigilia “speciale”: quella di una madre, sola con il figlio autistico. La regista, che pur condividendone cognome e “interessi” non è parente del giornalista Gianluca, trasferisce nel testo teatrale tanta parte della propria vita e del proprio sentire: mamma a sua volta di un ragazzo con autismo, per il secondo anno consecutivo porta sul palco del teatro San Luigi Guanella (via G. Savonarola 36/M) la fatica e le difficoltà di una famiglia, messa di fronte alla realtà dell’autismo.
“Lo spettacolo – ci racconta Paola – nasce da un racconto che ho scritto in una notte, tutta d’un fiato, nel momento in cui era uscita dalla mia vita questa la fonte di energia che era il mio compagno. La nostra coppia non ce l’aveva fatta, era venuta meno di fronte alle difficoltà e le responsabilità che un figlio con autismo impone. E io mi trovavo improvvisamente sola con tre figli, anche se mio marito ha continuato a essere presente, sia con me che con loro. E ci tendo a dirlo. Scrivere questo racconto è stata una liberazione emotiva, vederlo rappresentato è la testimonianza di quanto possa gravare nella vita di una famiglia una problematica come questa: senza che nessuno sia giudicato né, tanto meno, ritenuto colpevole della rottura della relazione”.
La trama è quella di un sogno che, almeno in parte, diventa vero: “è la vigilia di Natale – racconta Paola – e una donna è in casa, con suo figlio autistico, seduta nella poltrona a dondolo. Si addormenta e sogna, appunto, un ‘Natale d’incanto’. E’ qui che inizia la trama onirica: la donna, dopo la separazione dal marito, ha un nuovo compagno, che si è fatto carico di tutta la fatica della sua vita. Insieme, stanno aspettando l’arrivo dei figli per festeggiare tutti in insieme il Natale”. E’ in questo clima onirico che avviene il miracolo: il figlio autistico guarisce e parla, proprio come la madre aveva sempre sognato. Nel secondo atto c’è la cena di famiglia, “a cui anche il pubblico si sente invitato – spiega Paola Nicoletti – E c’è una parte molto bella – continua – in cui due dei quattro fratelli, tra cui il ‘miracolato’, progettano un viaggio in moto. E parlano di quando lui era ‘strano’ e il fratello soffriva, perché non riuscivano a giocare insieme. Ho ritenuto importante, in questa seconda versione della commedia, dare ampio spazio al tema dei fratelli, che sono protagonisti dell’autismo in famiglia”.
Poi, arriva la “botta finale – svela Paola Nicoletti – Il sipario si chiude e si riapre: la donna si sveglia e, parlando con la sedia a dondolo, spiega quanto sia stato triste essere sola e difficile portare avanti tutto. A sorpresa, però, arrivano le figlie con le rispettive famiglie, per festeggiare insieme il Natale. In quel momento esce il figlio autistico, che non dice una parola ma è commosso e mostra tutti un disegno, in cui ha rappresentato tutta la famiglia seduta alla tavola di Natale. La madre a quel punto si dice ‘follemente felice, adesso sì che Natale, perché siamo riuniti, crediamo nei sogni e aspettiamo che arrivi la magia. Perché la felicità esiste ancora. E sul finale – racconta Paola. La protagonista, Laura Troschel, si commuove sempre. E si commuove anche Roberto Leocata, che interpreta il figlio autistico e che è stato una vera rivelazione. Era venuto alla prima prova l’anno scorso, per accompagnare un’amica: poiché ci mancava il personaggio dell’autistico, gli abbiamo chiesto di provare: era così bravo e convincente che gli abbiamo dato la parte ed è entrato in scena con noi per quattro repliche l’anno scorso. Sul finale piangeva sempre, non capivamo perché: alla fine ci ha rivelato di avere un fratello autistico. Sono combinazioni – conclude Paola – che non sono combinazioni”. (cl)