Teatro, a Rimini per riprendere a tessere il presente

Ma anche no! Incontro a Rimini, domenica 19 alle 18, per dare voce agli artisti, e parlare di teatro nell'ambito delle Voci dell'Anima festival 2014.

Teatro, a Rimini per riprendere a tessere il presente
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16 Ottobre 2014 - 12.27


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Ci incontriamo a Rimini al Teatro degli Atti, domenica 19 ottobre alle ore 18.00, per dare la voce agli artisti e ascoltare. Perché la sapienza di ognuno diventi sapere condiviso, la creta del tempo mani a plasmare, ogni nostra ruga un inno alla vita, al gesto, allo sguardo che attraversa e restituisce.
Ci incontriamo per dare voce. Perché si accendano le domande e non si chiudano in una risposta, in una setta, in un moto di indignazione. Perché la parola vanghi il terreno duro del tempo. E l’arte abbia nel seme e nell’azione il suo momento.

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Niente decaloghi. Niente altro che un tavolo intorno al quale riprendere a tessere il nostro presente

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Maurizio Argan – attore

Per me il teatro è urgenza, R-ESISTENZA, è GUERRA CIVILE, è il grido di rabbia degli ultimi, è la voce dei muti, è la vista dei ciechi, e armarsi andare alla guerra in difesa dell’amore, dell’ascolto , della partecipazione, del RISPETTOè andare in guerra stavolta non contro i mulini a vento, ma contro un POTERE delle CRICCHE fatto di sovrasstrutte, di demagogie, di SPRECHI .noi siamo qui per combattere questa guerra che non può essere piu’ silenziosa , noi non possiamo sottrrarci, non possiamo assistere e basta. per amore del Teatro, ma soprattutto della GENTE.

Teresio Massimo Troll – scrittore.

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Ho bisogno di uno spazio nuovo. Che contenga le cose che amo, che contenga le passioni che porto con me da sempre e che alimento ogni volta con l’esperienza degli altri, tutti gli altri che in qualsiasi ruolo da protagonista ad auditore, da autore ad aiuto occasionale, partecipano a questi momenti e cercano di tenere in vita una pianta che ha sempre meno spazio in cui fiorire.

Ilaria Drago attrice, regista, scrittrice

Vorrei che questo teatro-casa fosse un posto dove fra le ombre si resti
incantati da un briciolo di luce. Vorrei fosse l’apertura all’incerto, il
posto dei dubbi e delle domande. Vorrei fosse quel luogo magico dove ogni
cosa sia possibile in ogni direzione se l’anima, il corpo, lo spirito lo
chiedono. Vorrei fosse il posto dello stravolgimento e della meraviglia.
Vorrei avesse più di cuore e fosse meno cervellotico. Vorrei questa
casa-teatro come un riflesso anche lieve di bellezza dove si mormorano
poesie e storie. Lo vorrei questo teatro come un portale, un rito, un evento
capace di sublimarci, capace di radicarci a terra e farci cantare la vita.
Lo vorrei come atto rivoluzionario di fronte al sopruso, all’indifferenza,
al contagio dell’ipocrisia e della solitudine, della violenza e
dell’ignoranza. Lo vorrei libero, il teatro, dall’abuso del potere, dalle
bugie. Ho visto come la Bellezza sia ancora capace di salvare la vita ai
bambini in povertà, ai vecchi nel castigo dell’abbandono, a noi a volte
soli. Questo è ciò di cui vorrei fare parte, che spero sia ancora possibile.
Con il coraggio tagliente della pelle nuda, della caduta, del volo, del
sudore e della verità.

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Alessandro Carli – giornalista e critico teatrale

Questo festival creato oltre 10 anni fa e che vivo dall’interno, ha nel nome il suo più profondo significato: è l’essenza del teatro stesso. le voci dell’anima. Non poteva che chiamarlo così, questo festival è un atto si sincerità, di perfetta sovrapposizione tra la sua vita e la sua idea artistica.
questo festival lo sento e lo vivo come un amico, nel senso più nobile del termine , questo festival è dare spazio e voce a chi non ce l’ha, a chi fa teatro perché se lo sente e non per comodità, per soldi, per finanziamenti. Qui si presenta il “quarto teatro”, quello che supera le idee di Barba e Grotowski, il teatro che si segue e si vive perché si sente il fuoco dentro, e che ogni sera si erge a rito pagano dell’uomo. Un teatro che nasce dal cuore e dalla pancia, fatto di Amore, contatti umani, relazioni sincere, sguardi e sorrisi, abbracci e non strette di mano. Un teatro che parla di vita, di dolore, di disagio. Delle cose dell’uomo.

Luca Tognacci – poeta e tecnico

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A volte sono i titoli delle opere a indovinare uno stato di cose o anche solamente uno stato d’animo. Così, servendomi del titolo di uno spettacolo prodotto alcuni anni fa dal Teatro della Centena, in sinergia con Serra Teatro e Teatro degli Dei, posso dire di non avere scelto il Festival Le Voci Dell’Anima, ma di essere stato scelto, come a volte è la pennellata che sceglie il pittore e non viceversa. In questi anni il festival ha rappresentato per me, che considero i rapporti umani la base essenziale del mio stare su questo pianeta, una fucina di incontri straordinari, dai quali sono nate amicizie durature e momenti di bellezza condivisa non cancellabili. Il teatro del resto è in primo luogo relazione, dove non vi è relazione non può esservi teatro, anche quando vi sono le parole e le visioni giuste. Bisogna dare merito a questo festival di avere costruito una rete di incontri e di esperienze straordinari, che nessuna Penelope, di notte, è riuscita a smagliare.

Alice Ferlito attrice

E’ un festival che invita al risveglio alla condivisione ed alla diffusione della cultura con dignità e bellezza….invita ad uscire da questo stato di narcosi ormai insopportabile. Il mio esserci é grazie a questa energia creativa che ho trovato in chi organizza da 12 anni questo appuntamento….persone che ci credono e che non se ne stanno chiuse nel loro guscio….che incoraggiano l’arte…la creatività e la cultura….persone che hanno coinvolto tanti artisti….compresa me….persone che lavorano e fanno sentire le loro voci e non puoi chiedere il silenzio a chi grida con l’anima.

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Valentina Capone – attrice

…in una notte così…cucina che diventa la tenda delle troiane o un cimitero: prima della serata a rimini io provo così, in un teatro-casa. Ad ascoltare ciò che è venuto dall’anima. la mia voce. Eccole, le voci dell’anima; artisti che a volte hanno il privilegio di provare un teatro ed altre, pur di essere, di incarnarsi in un idea in un suono in un pensiero, in una voce, appunto, scelgono o sono costretti a scegliere la totale autonomia.
e si scelgono e cercano però altrettanta totale autonomia.
la voce dell’anima è onesta, si, ed è libera. e non ha niente a che fare con tutti i rumori e i ronzii finora nell’aria. questo è per me il senso di questo progetto:qualcosa di onesto, di pulito, in cui trovarsi a casa almeno per una notte. e in cui per una notte,la casa è il tuo tua teatro.

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Luca Trezza

La partecipazione ad un festival intitolato proprio Anima
e Voce dell’Anima l’ho trovato da subito coerente e invogliante per il mio lavoro, festival che mostrino quello che di sotterraneo c’è (in tutti i sensi )
servono ed invogliano persone o “artistigiovani che come me in questo periodo di Miseria cercano uno spazio un territorio per dare Voce appunto alla propria necessità di dirsi profondamente. E questo dirsi profondamente lo trovo pieno e affine al mio concetto di Anima. Una bella Voce dell’anima.
Lo dico, lo scrivo e lo penso

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Antonio Cipriani

Per me il teatro è lo spazio vuoto dell’epoca, il luogo del presente, del pensiero che si fa azione e parola.

Poesia, carne, sangue e rivoluzione.
Ecco, rivoluzione del senso. Arte della vita che si ribella al futuro come metafora della vita stessa. Che si sottrae allo scivolamento del tempo delle nostre vite nella virtualità futuro: di premesse e promesse, di paradisi piccoli o grandi che verranno e non vengono mai. E di attesa: del domani, sempre del domani che sostituisce l’oggi, che annulla l’azione perché annulla il presente e lentamente in questa proiezione divora la memoria. La memoria che è quell’insieme di tempo passato che è stato vissuto e quindi esiste, e non è inesistente come il futuro o assente come il virtuale.

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Ecco, il teatro è la forza del presente che attinge al passato. Del fare che si basa sull’esperienza, sulla bellezza, sulla capacità di essere nel tempo. Spaccando il tempo con il balzo della rivoluzione, che afferra un frammento della storia culturale, materiale, ideale dell’uomo e ne fa vessillo di lotta. Di arte. Di azione collettiva. Perché sia teatro.

con
antonio rezza
antonio cipriani
max schiavoni
ilaria drago
franca ferrari
elisa barucchieri
maurizio argan
e
e quanti hanno un pensiero a riguardo da portare in dono…

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