Nuovo assetto di Meta, via all'interruzione dei programmi per la diversità e l'inclusione.

Come cambiano le politiche del colosso di Zuckerberg con l’insediamento Trump

Nuovo assetto di Meta, via all'interruzione dei programmi per la diversità e l'inclusione.
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11 Gennaio 2025 - 17.09 Culture


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Solo a pochi giorni dalla comunicazione dell’abolizione dei sistemi di fact checking (introdotti del 2016 per limitare la diffusione di notizie false e contenuti offensivi sui social) ecco il nuovo attacco alla libertà e all’equità.

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Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e WhatsApp, ha reso noti tramite una nota interna gli stop ai suoi principali  programmi di diversità, equità e inclusione (sintetizzati con l’acronimo inglese “Dei”). Tali programmi erano necessari a garantire la tutela di gruppi minoritari nelle procedure di assunzione, nella formazione e nella selezione dei fornitori. A darne notizia Axios e Business Insider.

Da Axios il commento che questa interruzione è «segnale forte per i dipendenti di Meta», il nuovo assetto interno dell’azienda, in vista dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, potrebbe provocare ricadute esterne sui commerci e l’economia di tutto il mondo. 

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Janelle Gale, vicepresidente delle risorse umane a Meta, nella nota interna ha affermato che «il panorama legale e politico intorno agli sforzi per la diversità, l’equità e l’inclusione negli Stati Uniti sta cambiando», e che «la Corte Suprema degli Stati Uniti ha recentemente preso decisioni che indicano un cambiamento nel modo in cui i tribunali tratteranno i programmi Dei». Ha poi aggiunto che questi programmi hanno un significato controverso perché «alcune persone li intendono come una pratica che implica un trattamento preferenziale di alcuni gruppi rispetto ad altri». 

Nel paradiso capitalistico della Silicon Valley l’interesse  alla rappresentanza dei vari gruppi etnici è recente e già in passato erano state mosse accuse che vedevano nell’apertura solamente l’intenzione di “pulirsi la faccia”. Ora, anche se il rapporto più recente pubblicato dall’azienda afferma che il numero di suoi dipendenti neri e ispanici è raddoppiato negli Stati Uniti con due anni di anticipo rispetto alle previsioni, è immaginabile che l’attenzione verso l’inclusività si allenti nel percorso del Paese del grande sogno verso un futuro più grigio a livello etico e sociale.

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