Guardare troppo la televisione può influire in negativo sulla salute del cervello

Uno studio su larga scala rivela come l’eccessiva esposizione televisiva può aumentare i rischi di demenza, ictus e Parkinson. Per la salute è rischiosa anche la sedentarietà, aumentata nel post-pandemia.

Guardare troppo la televisione può influire in negativo sulla salute del cervello
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15 Settembre 2024 - 16.31 Culture


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Un nuovo studio condotto su larga scala dalla Tianjin Medical University e pubblicato sul Journal of the American Medical Directors Association lancia un allarme sui rischi legati all’eccessivo consumo dei media facendo emergere connessioni preoccupanti tra l’eccessivo consumo di televisione e diverse malattie neurologiche.

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Lo studio condotto dalla Tianjin Medical University ha rivelato che guardare la Tv per più di 5 ore al giorno aumenta del 44% il rischio di sviluppare demenza mentre quello pubblicato sul Journal of the American Medical Directors Association ha inoltre associato l’eccessivo utilizzo della tv a tassi più elevati di ictus e Parkinson.

La ricerca, che ha analizzato i dati di oltre 407.000 persone tra i 37 e i 73 anni appartenenti al progetto UK Biobank, ha rivelato che guardare la Tv per più di 5 ore al giorno aumenta del 44% il rischio di sviluppare demenza, rispetto a chi limita il tempo trascorso davanti allo schermo.

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Di questi, circa 40.000 avevano effettuato una scansione cerebrale, ma nessuno di loro presentava disturbi neurologici all’inizio dell’osservazione. La durata del follow-up è stata di tredici anni, periodo durante il quale 5.227 persone hanno sviluppato una forma di demenza, 6.822 hanno subito un ictus e 2.308 sono state diagnosticate con la malattia di Parkinson.

Un dato interessante è che, in media, i partecipanti guardavano la Tv per circa 2 ore e 40 minuti al giorno, un valore vicino al limite di sicurezza indicato dai ricercatori. Coloro che superavano questa soglia, però, presentavano rischi significativamente maggiori di incorrere in malattie cerebrali.

Lo studio della Tianjin Medical University ha riscontrato la riduzione della materia grigia e il restringimento dei centri della memoria nei soggetti che passano diverse ore davanti alla Tv. Questi cambiamenti strutturali del cervello sono strettamente collegati a malattie neurodegenerative come la demenza e il Parkinson.

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Per gli autori della ricerca, è ancora poco chiaro come guardare la Tv possa portare a questi effetti, ma una delle teorie più accreditate riguarda il legame tra sedentarietà, infiammazioni croniche e riduzione del flusso sanguigno al cervello.

Secondo i ricercatori, il tempo ideale da dedicare alla visione della televisione è di massimo 3 ore al giorno. Superare questo limite sembra avere un impatto diretto sulla salute cerebrale.

Le analisi condotte dal team di ricerca hanno mostrato che chi guarda la Tv per 3 o 5 ore al giorno ha un rischio del 15% più alto di sviluppare la demenza rispetto a chi lo fa per un’ora o meno.

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L’altro dato interessante (e preoccupante) è che il rischio di demenza pare aumentare in maniera più che proporzionale rispetto alle ore trascorse davanti alla Tv. Infatti, dalle 5 ore in poi, il rischio di demenza sale al 44%.

Questa soglia risulta critica anche per altre patologie. Chi guarda la Tv per oltre 5 ore al giorno ha anche un rischio del 12% più alto di subire un ictus e del 28% di sviluppare il Parkinson (senza considerare i danni fisici che la vita sedentaria comporta).

Secondo i dati Foce (Federazione degli Oncologi, Cardiologi e Ematologi), in Italia solo l’8,2% degli adolescenti svolge almeno un’ora al giorno di attività fisica (moderata-intensa) come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità per questa fascia di età, il 18,2% è in sovrappeso e il 4,4% obeso.

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La sedentarietà è aumentata notevolmente con il lockdown e, oltre ad avere un grosso impatto sulla già fragile sanità pubblica, può avere conseguenze anche sulla fertilità della popolazione più giovane.

Curiosamente, lo studio non ha riscontrato lo stesso effetto negativo per il tempo trascorso davanti al computer. Secondo i ricercatori, ciò potrebbe essere legato al fatto che l’uso del computer è spesso associato ad attività più impegnative dal punto di vista cognitivo, come il lavoro o la lettura, che possono contribuire a mantenere attivo il cervello e a ridurre il rischio di malattie neurologiche.

Uno studio condotto dallo psicologo Stephen Badham evidenzia quello che possiamo definire “il paradosso del digitale”: se la scienza è concorde nel ritenere che la eccessiva esposizione allo schermo stia peggiorando la salute mentale dei giovani, sembra che proprio l’uso degli smartphone abbia effetti positivi sulle facoltà mentali dei più anziani.

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Il discorso è analogo a quello dei pc, seppure con diverse proporzioni: rispetto all’attività totalmente passiva di guardare la tv, pc e (in minor parte) gli smartphone richiedono delle azioni da parte dell’utente, stimolandone l’attività cerebrale se non vengano utilizzati come seconda tv (ovvero solo per guardare contenuti forniti da altri).

Negli ultimi anni, inoltre, sempre più studi dimostrano che il ruolo fondamentale della socialità per la salute delle persone, ma la crisi demografica dei Paesi sviluppati e le migrazioni interne stanno lasciando da soli sempre più anziani.

Nel 2022 il 30,52% degli ultra 65enni italiani viveva da solo e la tendenza è a peggiorare (per molti di loro, le connessioni digitali rappresentano il più frequente, se non l’unico, mezzo di contatto con i propri cari).

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In definitiva, sedersi passivamente davanti a uno schermo per molte ore al giorno sembra avere effetti negativi molto più marcati rispetto ad altre attività che richiedono un maggiore coinvolgimento mentale.

Altri studi scientifici hanno confermato la correlazione tra comportamenti sedentari e malattie cerebrali. Una ricerca pubblicata su Nature Communications ha dimostrato che la sedentarietà prolungata porta a un aumento delle proteine amiloidi nel cervello, un marcatore dell’Alzheimer.

Altri studi, come quello condotto dall’Università di Cambridge, hanno evidenziato che stili di vita attivi, anche in età avanzata, riducono significativamente il rischio di demenza.

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Allora come è possibile proteggere la salute del proprio cervello? Gli esperti concordano su alcune strategie per proteggere la salute cerebrale: limitare il tempo trascorso davanti alla TV a non più di 3 ore al giorno e dedicare parte del tempo libero ad attività fisiche e mentali, come l’esercizio fisico, passeggiate, lettura o hobby creativi. Mantenere attivi il corpo e la mente rappresenta la chiave per ridurre il rischio di demenza e altre malattie neurodegenerative.

“La televisione – scriveva Pasolini – è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci”. Seppur comoda, può diventare un nemico silenzioso della salute mentale. Sta a noi limitarne l’uso e scegliere abitudini che possano proteggere il nostro cervello nel lungo termine.

La televisione, seppur comoda, può diventare un nemico silenzioso della salute mentale. Come scriveva Pasolini è un medium di massa, e come tale non può che mercificarci e alienarci. Sta a noi limitarne l’uso e scegliere abitudini che possano proteggere il nostro cervello nel lungo termine.

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