Le polemiche si ampliano sui social e non solo. Nonostante sia risultato positivo al doping, Jannik Sinner, non è stato giudicato colpevole. Tutto è avvenuto per colpa di un’assunzione cutanea di Clostebol durante un trattamento fitoterapico.
Per il numero 1 del tennis mondiale ci sarà solo la forzata rinuncia ai premi e ai punti guadagnati nel torneo di Indian Wells, in California (300mila euro e 400 punti). Il dente avvelenato di tanti avversari c’è e uno di loro, Nick Kyrgios, dice: «Ridicolo, dovrebbe stare fuori 2 anni». Denis Shapovalov, tennista canadese non risparmia bordate: «Non riesco a immaginare cosa stiano provando in questo momento tutti gli altri giocatori che sono stati squalificati per sostanze contaminate. Regole diverse per giocatori diversi». Il tennista francese Lucas Pouille precisa: «E che dire dei giocatori che sono stati squalificati solo per 3 mancate presenze e non sono mai stati testati positivi? Insomma l’eco di questa sentenza rimbomba molto alto.
Il Clostebol, in tracce minime emerso dalle analisi del nostro tennista, è uno steroide anabolizzante derivato dal testosterone, segnalato come sostanza dopante. Ha infatti la funzione di aumentare la massa muscolare e migliorare le prestazioni fisiche. La sua notorietà è dovuta, in passato, per l’utilizzo da parte degli atleti dell’ex Germania dell’Est.
Le quantità così limitate ritrovate nelle analisi di Sinner sarebbero dovute all’uso di un farmaco in pomata da parte del suo fisioterapista e che per via cutanea avrebbe contaminato il tennista. Tutto ciò secondo le indagini avviate e concluse dall’International Tennis Integrity Agency (Itia). In effetti risulta che la molecola sia ingrediente di alcuni medicinali cicatrizzanti in pomata o spray ed è altamente assorbibile dall’organismo.
Ecco come il farmacologo Silvio Garattini fondatore dell’Istituto Mario Negri di Milano, spiega il Clostebol all’Adnkronos Salute: “è un testosteroneico che può aumentare la massa muscolare ma non certo se utilizzato per via cutanea. Se sotto accusa c’è una pomata è più che evidente che l’intenzione dopante non c’è. Per il doping servono dosi e preparazioni diverse. Parliamo di una sostanza utilizzata sicuramente in passato e anche adesso fa parte dei molti i derivati del testosterone utilizzati da sportivi scorretti”.
Nel doping “per quanto riguarda il testosterone, il problema della via di somministrazione è fondamentale – continua Garattini – perché è quello che determina il successo dell’utilizzo. L’uso per via orale o per via iniettiva può dare effetti. Ma se usato per via cutanea non può determinare granché. La via cutanea non avrebbe alcun senso. In questo quadro l’esito dell’indagine antidoping era scontato”, conclude Garattini.
a cura di Mar.Cec.