di Marcello Cecconi
Fare meglio i calcoli e fare più attenzione alle zanzare. Potrebbe essere la raccomandazione inaspettata che avremmo dovuto riservare alla coppia azzurra, che più azzurra non si può, Tamberi – Jacobs, immagine iconica di Tokyo 2020 quando conquistarono due medaglie d’oro nello stesso stadio, uno nella curva e l’altro nel rettilineo, nello stesso momento.
Son passati tre anni da allora e già sappiamo che quelle immagini non si ripeteranno in questa Olimpiade. Ci sarebbe piaciuto, lo abbiamo sperato, ma i tempi cambiano. Intanto perché le finali dei 100 m e del salto in alto non sono in contemporanea a Parigi ma il primo vero ostacolo che si innalzato è stato un noioso insetto, zanzara forse, o comunque un animaletto che ama fare indagini e prelievi interessanti nei tessuti umani intinti di inchiostri.
La bestiolina ha voluto fare la protagonista prima della gara di semifinale di Jacobs mettendosi all’opera nei suoi disegni tatuati, proprio un secondo prima della partenza. Ma proprio lì, fra scapola e braccio, doveva pungere! Un’opera di edilizia acrobatica dell’animaletto inconsapevole che ha cambiato l’alchimia della semifinale dei 100 m di Jacobs e che ha messo a rischio la sua partecipazione alla finale. Alla fine il tempo, pur inficiato dalla controazione dell’insetto, è stato sufficiente per partecipare alla finale dove il lombardo nato in Usa si è preso un onorevole quinto posto con un buon tempo, ma non certo gli osanna del 2021.
Per il socio Tamberi invece nessun insetto ma problemi di calcoli…renali! Con un giorno di ritardo sul suo programma torna a Parigi. Era volato già nella Ville Lumiere il 25 luglio per la Cerimonia d’apertura dei Giochi. Ora ci andrebbe per saltare, il condizionale è utile, mentre allora era lì per saltellare e sventolare il tricolore, con quell’energia e quell’empatia irresistibili che rubano la scena a tutti, compresa la compagna portabandiera Errigo.
Quella sera il Gianmarco, altista di professione, si agitava innalzando quella bandierona a bordo della barca che scivolava sulla Senna battezzata da una pioggia incessante. Una visione che ci fa pensare come il motto liberté, egalité, fraternité, serva ai francesi solo per coprire la scarsa attitudine all’attenzione. Infatti il nostro stagionato Presidente Mattarella, ciuffo bianco scomposto dalle intemperie come tutti gli spettatori (egalité è egalité, perdio!), si agitava e gioiva senza curarsi della pioggia al passaggio del suo amico Tamberi, frequentatore abituale del Quirinale.
Questa sera, invece, Tamberi è tornato a Parigi per saltare nonostante che ieri ci abbia fatto sapere dai social: «Incredibile… Non può essere vero… Ieri ho avvertito una fitta lancinante ad un fianco. Pronto soccorso, Tac, ecografia, analisi del sangue. Probabile calcolo renale». Ma Gimbo ci sarà su quella pedana anche se la sua immagine smagrita al pronto soccorso ci tiene in ansia. Oggi non è più tempo per fare…calcoli, mercoledì ci saranno le qualificazioni.