di Azzurra Arlotto
La tratta di esseri umani continua a essere un fenomeno preoccupante a livello globale e l’Italia non fa eccezione. A lanciare l’allarme è la Comunità Papa Giovanni XXIII, che nel suo ultimo report, “Tra vulnerabilità e resilienza”, presentato in occasione della Giornata mondiale contro la tratta, sottolinea un preoccupante aumento dello sfruttamento online.
Le vittime, spesso giovani e vulnerabili, vengono adescate sui social network con false promesse di lavoro, studio o amore. “Con un tè e qualche biscotto, raccogliamo pezzi di vita e sogni nascosti dietro le loro maschere”, raccontano i volontari che operano in Kenya.
Le persone più a rischio provengono da Paesi in difficoltà, come il Venezuela, la Colombia e quelli dell’Est Europa. Molte sono madri single con figli disabili, costrette a migrare per cercare una vita migliore. Lo sfruttamento sessuale rimane la forma più diffusa, ma cresce anche quello lavorativo. Le vittime sono costrette a lavorare in condizioni disumane, spesso nascoste in scantinati o in campi, per produrre beni di consumo che finiscono sulle nostre tavole o nei nostri armadi.
Matteo Fadda, presidente della Comunità, lancia un appello alle istituzioni: “Queste persone sono vittime di una criminalità organizzata che usa ormai sempre più spesso la tecnologia come nuovo mezzo di sfruttamento. Dobbiamo fare di più per contrastare questo fenomeno e proteggere le vittime”.
Per contrastare la tratta è necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga istituzioni, forze dell’ordine, associazioni e cittadini. La Comunità Papa Giovanni XXIII, attraverso i suoi progetti, offre un sostegno concreto alle vittime, aiutandole a ricostruire la propria vita.
“Ci sono persone sfruttate che ricordano gli schiavi nei campi di cotone -aggiunge Matteo Fadda- raccolgono la verdura e la frutta per le nostre tavole, oppure vivono nascosti negli scantinati dove lavorano il cuoio e le stoffe per farne capi griffati”.
“Davvero chi di loro riesce a sottrarsi al controllo della malavita diventa nostro maestro: ci indica la via per contrastare la tratta a tutti i livelli. Per questo ci impegniamo nel dare voce alle vittime di tratta, e nel lottare per cambiare le loro storie” conclude il presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII .