Premiati dall’Unesco i giornalisti palestinesi impegnati nel raccontare la guerra a Gaza

Dopo il bando dei giornalisti stranieri dalla Striscia, l’unica fonte di informazione interna sono rimasti i professionisti del luogo, pronti a tutto affinchè la verità sul conflitto venga raccontata.

Premiati dall’Unesco i giornalisti palestinesi impegnati nel raccontare la guerra a Gaza
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3 Maggio 2024 - 18.39 Culture


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di Lorenzo Lazzeri

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L’Unesco ha conferito il Premio Mondiale per la Libertà di Stampa Guillermo Cano a tutti i giornalisti palestinesi che stanno documentando il conflitto a Gaza, per il quale Israele e Hamas sono in conflitto da oltre sei mesi.

Il premio, istituito nel 1997 e assegnato ogni anno in occasione della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa – che cade ogni 3 maggio-, riconosce gli sforzi nel promuovere e difendere la libertà di stampa, specialmente in contesti di conflitto.

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Mauricio Weibel, presidente della giuria internazionale di professionisti dei media, ha espresso forte sostegno ai giornalisti operanti in condizioni estremamente difficili, mandando un forte messaggio di solidarietà e riconoscimento ai palestinesi che stanno documentando la guerra in condizioni estremamente difficili, sottolineando quanto l’umanità debba loro per il loro coraggio e il loro impegno nella difesa della libertà di espressione.

La decisione di assegnare questo premio è arrivata non molto tempo fa, quando Reporters Sans Frontières (RSF) ha invitato l’Unesco ad assegnare il prestigioso riconoscimento a quattro giornalisti palestinesi a Gaza.

La proposta è stata fatta dallo stesso RSF per celebrare il loro instancabile lavoro nel documentare gli scontri e le tragedie a Gaza, essendo rimasti gli unici a poter raccontare al mondo gli accadimenti nella Striscia, anche dopo la cacciata dei giornalisti.

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E’ dal 7 ottobre dello scorso anno che la guerra non ha mostrato segni di cessazione, se non per un breve periodo, colpendo indiscriminatamente la popolazione intera e, tra i molti, i giornalisti rimasti sul campo.

Christophe Deloire, segretario generale di RSF, ha dichiarato che questa nomina era intesa a lanciare un segnale attraverso l’Unesco, aggiungendo che “i giornalisti di Gaza stanno sacrificando le loro vite per il diritto all’informazione. Devono essere supportati, protetti e onorati.”

Tra le persone nominate da RSF figura il capo dell’ufficio di Al Jazeera a Gaza, Wael Dahdouh, descritto come “un esempio di resilienza e difesa della libertà giornalistica, che non ha mai smesso di riportare le notizie nonostante la perdita dei suoi cari”.

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Motaz Azaiza, ex traduttore freelance e fotografo, ora foto-giornalista, è stato anch’esso nominato. Il ventiquattrenne ha perso 15 membri della sua famiglia negli attacchi israeliani ad ottobre. Ciò nonostante, ha documentato instancabilmente le inquietanti scene post-aggressione attraverso la sua fotografia.

RSF ha inoltre nominato Aseel Mousa, giornalista freelance palestinese e una delle ultime reporter ancora attive nella Striscia. Il suo lavoro, The Intercept e Middle East Eye, che evidenzia le difficoltà riscontrate dalle donne palestinesi in gravidanza a causa della distruzione del settore sanitario di Gaza, è stato pubblicato su testate come Al Jazeera.

Infine, tra i nominati, figura anche Ola Al Zaanoun, corrispondente di RSF a Gaza dal 2018.

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