Nuova era per il marinaio di Pratt: in edicola “Corto Maltese e Irene di Boston”

Nelle pagine prende vita una favola poetica scritta da Marco Steiner e illustrata, come sempre, da Hugo Pratt.

Nuova era per il marinaio di Pratt: in edicola “Corto Maltese e Irene di Boston”
Corto Maltese e Irene di Boston
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17 Aprile 2024 - 19.14 Culture


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Si apre un nuovo capitolo per uno dei personaggi del fumetto italiano più apprezzati. “Corto si guardò intorno, ma non c’era niente da vedere. Ebbe la sensazione di dissolversi anche lui come polvere al vento, di sparire come un’onda che il mare si riprende. Era rimasta soltanto l’eco delle ultime parole di Hugo Pratt ancora nell’aria, disordinate, libere, indistinte. Ma lentamente, lo condussero a rivivere un ricordo”. Questo il prologo con cui si apre l’ultimo volume di Corto Maltese, intitolato Corto Maltese e Irene di Boston, che vede il protagonista angosciato a seguito della dipartita del suo disegnatore.

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“Storia di un appuntamento quasi impossibile”, questo il sottotitolo, è una favola poetica scritta da Marco Steiner e illustrata, come sempre, da Pratt. Nella nuova avventura di Maltese, appena giunta nelle librerie edita da Cong, assistiamo ad un dialogo quasi surreale tra il marinaio più famoso della storia del fumetto e un relitto. Ma non si tratta di una barca qualunque, bensì della gloriosa Irene di Boston, per l’appunto.

Nelle pagine viene affrontato un pesante interrogativo: come è possibile ricominciare una nuova vita quando chi ti ha creato non c’è più? È questo il quesito che Corto, a seguito della scomparsa del suo disegnatore, si chiede pensando al proprio futuro. A seguito di una tempesta egli si ritrova su una spiaggia siciliana, accanto il relitto dell’Irene. Numerosi i personaggi che compaiono nel mezzo del dialogo tra i due, come una graziosa ragazza irlandese dai capelli rossi, il corvo Puck e Rasputin, che lo fa imbarcare assieme a lui verso nuovi orizzonti.

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Con “Corto Maltese e Irene di Boston’” assistiamo alla genesi di un nuovo marinaio, capace di delineare autonomamente il proprio destino alla ricerca di Escondida, “l’isola che non c’era, l’isola da inventare”.

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