‘’Mirabile Visione: Inferno’’, il docufilm di Matteo Gagliardi per celebrare il Dantedì

Quest’anno, per la Giornata nazionale dedicata al sommo poeta, in 400 scuole italiane è stato proiettato il docufilm del regista marchigiano: un tributo al lavoro del padre della lingua italiana e una cruda disamina della nostra società.

‘’Mirabile Visione: Inferno’’, il docufilm di Matteo Gagliardi per celebrare il Dantedì
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28 Marzo 2024 - 18.10 Culture


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Secondo studiosi e ricercatori, il 25 marzo sarebbe il giorno in cui, nel 1300, Dante Alighieri si è perso ‘in una selva oscura’.

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Quest’anno, per celebrare il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata al sommo poeta, lo scorso 25 marzo, in 400 scuole italiane, è stato proiettato il docufilm ‘’Mirabile Visione: Inferno’’, del regista marchigiano Matteo Gagliardi. Un tributo al lavoro e all’intelligenza del pensatore e padre della lingua italiana.

La pellicola, prodotta e distribuita da Starway Multimedia, è un potente specchio della realtà contemporanea, che analizza nel dettaglio i mali che affliggono la nostra società, le colpe e le debolezze umane, che diventano un’allegoria della Commedia.

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Ciò che caratterizza la narrazione del docufilm è il modo in cui il regista e la pellicola stessa finisco per interrogarsi su cosa Dante Alighieri potrebbe pensare del nostro mondo, se tornasse in vita oggi.

Ed è a questa domanda che la Professoressa Argenti (interpretata da Benedetta Buccellato) ed un gruppo di studenti cercano di rispondere, ripercorrendo la discesa compiuta da Dante, e analizzando, Canto dopo Canto, le terzine incatenate di nove cerchi dell’Inferno e il loro significato più profondo, discutendo sul senso stesso del viaggio compiuto, che ebbe inizio il 25 marzo di più di 700 anni fa.

A guidarli in questa discesa c’è anche Padre Guglielmo (Luigi Diberti), il quale, come Virgilio, indica la strada agli studenti, mostrando il punto di vista della vocazione cristiana dell’opera.

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Un film che scandaglia, attraverso una cruda disamina, la società contemporanea, schiacciata da crisi economiche e politiche, afflitta dal cambiamento climatico-ambientale e poco propensa a trovare soluzioni per il bene comune.

Ogni cerchio dell’Inferno riflette un male del nostro mondo, dall’avidità alla violenza, dallo sfruttamento alla distruzione, dando così alla pellicola un forte carattere didattico-pedagogico, che lascia però al pubblico un bagliore di speranza, come a volerlo invitare, seguendo i versi finali del poeta, ad uscire a riveder le stelle.

‘’Mirabile Visione: Inferno’’ è stato realizzato, nel 2023, grazie ad un’operazione di crowdfunding e con il sostegno di privati nel 2022. Grazie a sofisticate tecniche digitali e alle illustrazioni della Divina Commedia del pittore parmense Francesco Scaramuzza (1803-1886), più di 20mila studenti delle scuole italiane hanno visionato e apprezzato il film, che è stato proiettato nella Sala Zuccari del Senato della Repubblica, ottenendo, anche il patrocinio del Ministero della Cultura, della Società Dante Alighieri e di Save the Planet.

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Sono state, inoltre, coinvolte alcune istituzioni culturali italiane all’estero, tra cui: San Paolo del Brasile, Berlino, Vancouver e Bruxelles.

Con un’eclettica regia, Marco Gagliardi ha riproposto un linguaggio multimediale già sperimentato nelle sue precedenti opere, tra cui ‘Fukushima: a nuclear story’, del 2016.

Il documentario mette così in scena video, footage e documenti che nulla lasciano in sospeso, con immagini che trattano episodi ed eventi accaduti che hanno segnato il destino dell’uomo: dall’olocausto al processo di Totò Riina; da Papa Francesco, che prega in solitudine e silenzio in piazza San Pietro vuota per via del Covid, al sorriso biondo di Marylin Monroe, come simbolo stereotipato di una donna distrutta da un mondo sessista. Non mancano nemmeno le scene dei morti nelle traversate del Mediterraneo, passando per Mao e Mussolini.

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Un insieme di frame, che analizzati attraverso l’allegoria didascalica della Divina Commedia, ci ricorda non solo la grande e tangibile attualità degli scritti danteschi, ma soprattutto la necessaria riflessione sulla situazione in cui l’essere umano si ritrova ancora oggi.

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