“Perché non ci indigniamo?”: al DISPOC la presentazione del libro di Paolo Mancini

L’incontro offrirà spunti di riflessione su perché viviamo in una società in cui sembriamo essere sempre più “abituati” e “rassegnati” all’inefficienza della classe dirigente.

“Perché non ci indigniamo?”: al DISPOC la presentazione del libro di Paolo Mancini
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27 Marzo 2024 - 17.56 Culture


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Perché non ci indigniamo più nonostante le continue malefatte della nostra classe dirigente?

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È questo l’interrogativo al centro del seminario che si terrà il 3 aprile presso l’aula A/B del complesso didattico del San Niccolò, alle 12:00, per presentare l’ultimo libro del professor Paolo Mancini “Perché non ci indigniamo?”, edito dalla Rubbettino Editore.

Più nello specifico, la domanda alla quale Mancini cerca di rispondere è “Perché gli italiani non riescono ad indignarsi per gli evidenti errori della classe dirigente, e a trasformare l’indignazione in mobilitazione collettiva?”.

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La tesi del docente, professore di Sociologia delle comunicazioni all’Università degli Studi di Perugia, è che l’opinione pubblica sia rimasta schiacciata proprio dal peso di un’indignazione che, invece di unire, divide e allontana sempre di più l’opinione pubblica, che Mancini definisce, come “giudice schizofrenico e incoerente”.

La locandina informativa dell’evento.

L’incontro si pone l’obiettivo di indagare l’impatto dei media sui processi di polarizzazione del dibattito pubblico e la conseguente rassegnazione da parte dei cittadini per le “malefatte” di politici e amministratori pubblici. Il loro esito, sostiene l’autore, è quello di condurre i cittadini in una sorta di spirale in cui convivono assuefazione e al contempo indifferenza o, peggio ancora, connivenza.

L’evento è organizzato e moderato dalla professoressa Rossella Rega, docente di Giornalismo e nuovi media e Media industry and strategic communication all’Università degli Studi di Siena.

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I relatori presenti saranno: Paolo Bellucci (docente di Metodologia della ricerca politica presso l’Università degli Studi di Siena), Rita Marchetti (docente di Sistemi mediali e politici nell’era digitale e Sociologia dei media digitali presso l’Università degli Studi di Perugia), Maurizio Boldrini  (docente di Storia del giornalismo presso l’Università degli Studi di Siena) e Pierangelo Isernia (docente di Scienza dell’opinione pubblica e International relactions presso l’Università degli Studi di Siena).

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