Rovelli: “Cantiamo la Resistenza perché ci governano gli eredi del fascismo”

Il disco rock “Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza” ha vinto la Targa Tenco 2023 per il progetto collettivo: è molto bello e di forte pregnanza. Lo descrive il direttore artistico, musicista e scrittore Marco Rovelli

Rovelli: “Cantiamo la Resistenza perché ci governano gli eredi del fascismo”
Un recente concerto per i brani di “Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza” al festival “Fino al cuore della rivolta” di Fosdinovo (Massa-Carrara). Da sinistra Alessandro Vagnoni, Marco Rovelli, Pierpaolo Capovilla, Paolo Archetti Maestri e Giampaolo Felici. Foto Ivano Antonazzo
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Stefano Miliani Modifica articolo

2 Settembre 2023 - 15.47


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Nel 1995 un progetto per i 50 anni dalla Liberazione dal nazifascismo del Comune di Correggio in Emilia Romagna comprese l’album collettivo tra rock e folk “Materiale resistente”. “Uscì quando il berlusconismo andò al potere e con lo sdoganamento del Movimento sociale italiano. Oggi siamo in presenza degli eredi di quella svolta, al berlusconismo è succeduto il melonismo, suo legittimo erede, che è un’altra cosa ma è pure in continuità. Come il disco ‘Materiale resistente’ stava al berlusconismo così l’album ‘Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza’ sta al post-fascismo. Dove l’accento va posto su fascismo: per me sono fascisti a tutti gli effetti. Tramandare la Resistenza significa parlare di una comunità democratica aperta”. A parlare così è Marco Rovelli, musicista rock, cantautore, scrittore, studioso di storia.

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Perché intervistare questo originale autore in viaggio permanente tra parole e suoni? Perché è direttore artistico e produttore insieme a Mimmo Ferraro di quell’album collettivo rock di forte inventiva e bellezza musicale, e di grande pregnanza, “Nella notte ci guidano le stelle”. Il disco ha vinto con merito la Targa Tenco 2032 per il miglior progetto musicale e lo ha pubblicato Squilibri con volumetto accluso (36 pagine, 20 euro).

Il disco comprende 15 canzoni di alto livello, quasi tutte inedite, firmate da altri da Massimo Zamboni, Marlene Kuntz, Vinicio Capossela con Dimitris Mystakidis in una “Bella ciao” mai uscita su cd, Paolo Benvegnù, Ardecore, Pierpaolo Capovilla e Bologna Violenta, Petra Magoni e Alessandro D’Alessandro. Stupenda la canzone sul tema di “Bella ciao” (“Bella ciao. Alba 1944”) di Lalli e YoYoMundi dove la cantante intona “vado in montagna a vendicare il mio amore / me l’hanno ucciso perché era un partigiano / […] Lassù sui monti c’è un cimitero, / un cimitero dei partigiani, / partigiani della montagna morti per la libertà”.
Clicca qui per le info sull’album e per ascoltare estratti dalle 15 canzoni

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Le Targhe Tenco verranno consegnate al Teatro Ariston di Sanremo il 19, 20 e 21 ottobre. Come da prassi, i vincitori eseguiranno loro brani mentre, per l’album a progetto, è prevista solo la consegna della targa. Rovelli, che nel disco interpreta con Teho Teardi un pezzo notevole, “Sbandati”, descrive a Globalist.it il senso di questo lavoro mentre ha appena pubblicato “Concerto d’amore” insieme a Paolo Monti, un album di canti della tradizione popolare italiana con molti ospiti (Dischi Bervisti distribuito da Audioglobe).
Clicca qui per le Targhe Tenco 2023

La copertina di “Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza”, Squilibri Editore

Rovelli, come è nato questo disco?
Come scrittore e musicista ho sempre praticato il tema della Resistenza. Quando ho scritto il libro “Eravamo come voi. Storie di ragazzi che scelsero di resistere” per Laterza (272 pagine, 20 euro, ndr) c’era sempre un momento musicale, ogni volta chiedevo cosa cantavano ai partigiani. Uno dei dischi fondamentali degli anni ‘90 era stato “Materiale resistente” e quindi l’ho sempre avuto in memoria. Quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa per il Museo Cervi (clicca qui per il link ) ho pensato a un’operazione simile a quel disco di 25 anni fa. Essendo un cantautore che viene dal rock e lì mi sento radicato ho cercato musicisti che restituissero con la potenza e l’approccio del rock i territori della Resistenza componendo brani nuovi.

Quali criteri ha adottato, nella scelta degli artisti?
Prima di tutto non ho seguito un singolo genere musicale. Anche se avrei trovato terreno fertile tra mille cantautori volevo che la potenza della musica fosse prevalente. Dopo ho coinvolto Squilibri, l’editore Domenico Ferraro che ha collaborato.

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Oggi spesso il discorso sulla Resistenza è sotto attacco, anche se non necessariamente in modo esplicito bensì sottile, a volte sfuggente. Pensiamo a quel paese, Rosà nel vicentino, la cui sindaca ha vietato per il 25 aprile scorso la “pastasciutta antifascista” organizzata dall’Anpi proprio per ricordare il sacrificio dei fratelli Cervi, paventando problemi di “ordine pubblico”.
Al berlusconismo è succeduto il melonismo, suo legittimo erede, è un’altra cosa ma è pure in continuità. Come il disco ‘Materiale resistente’ stava al berlusconismo così ‘Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza’, sta al post-fascismo. Dove l’accento va posto su fascismo: per me sono fascisti a tutti gli effetti.

Non lo vede quindi come un fascismo ridicolo alla “Fascisti su Marte” di Corrado Guzzanti?
No, sono anche nostalgici, ma sono anche all’altezza dei tempi: intercettano bisogni e istanze sociali. Non sono fascisti del Ventennio quanto del trionfo della società neoliberale. Perciò sono pericolosi: combinano un revisionismo storico feroce in continuità con la loro memoria che si portano dietro insieme a una politica sociale di segno neoliberale.

Al di là delle idee e delle ideologie non è un discorso umanamente feroce quando vietano alle navi delle Ong di compiere più salvataggi nel Mediterraneo e portare i naufraghi in porti lontani e non in quelli più vicini?
L’essere umano non esiste al di là delle sue idee. Giorgia Meloni anni fa disse che bisognava bombardare i barconi. Al ministro Francesco Lollobrigida è scappata un’idea aberrante sulla “sostituzione etnica”, la premier è intelligente, non se lo fa scappare, ma il concetto appartiene a quella ideologia. E ogni tanto qualcosa sfugge anche a lei. Quando Giorgia Meloni in un videomessaggio ha parlato di “comunità di destino” ha impiegato un’espressione che apparteneva all’ideologia nazional-socialista, neppure a quella fascista. Le è scappato detto perché credo che non ne sia consapevole ma ha usato quei termini. Di conseguenza rievocare la Resistenza come facciamo con l’album “Nella notte ci guidano le stelle” non è solo un fatto di memoria: significa parlare del presente. Del resto, citando Mahler, la tradizione non è vegliare le ceneri, è tramandare il fuoco. Tramandare la Resistenza significa parlare di una comunità democratica aperta.  

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Scheda. Nella notte ci guidano le stelle. Canti per la Resistenza” è curato da Domenico Ferraro, vede alla direzione artistica di Marco Rovelli, ha più patrocini: Istituto Nazionale Ferruccio Parri- Rete degli Istituti per la Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea; Paesaggi della Memoria dell’Antifascismo, della Deportazione, della Resistenza e della Liberazione in Italia; Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico; Archivi della Resistenza. Gli utili saranno devoluti alla Mezzaluna Rossa Kurdistan

Qui le canzoni su youtube di “Nella notte ci guidano le stelle”

Clicca qui per il sito di Marco Rovelli

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