Il concerto all’Arena di Verona in omaggio a Battiato diventa doppio cd

Il doppio cd contiene le canzoni di Franco Battiato che tutti i partecipanti al concerto dell’Arena hanno interpretato.

Il concerto all’Arena di Verona in omaggio a Battiato diventa doppio cd
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4 Dicembre 2021 - 15.28


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di Giordano Casiraghi 

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Sarà bello seguire la puntata che andrà in onda mercoledì 5 gennaio sul terzo canale Rai con la conduzione di Pif, ma intanto quel lungo concerto all’Arena di Verona del 21 settembre di quest’anno è ascoltabile con un doppio cd formato digipak presentato al cinema Anteo di Milano. «Invito al viaggio. Concerto per Franco Battiato. Arena di Verona» (Imarts-Universal, 2021) , copertina curata da Francesco Messina come la gran parte della vasta discografia di Battiato. Il doppio cd contiene le canzoni di Franco Battiato che tutti i partecipanti al concerto dell’Arena hanno interpretato. Un omaggio all’artista che ha regalato canzoni che hanno saputo parlare un altro linguaggio, aprendo una strada nuova nella canzone italiana. Lo ricorda così Vasco Brondi intervenuto alla presentazione, lui che ha cantato Magic Shop dove si parla di budda sopra i comodini, dell’esoterismo di René Guenon, ma anche dei cori nelle messe tipo Amanda Lear. Ecco, quello che ha significato Battiato per molti dei presenti è proprio questo: l’aver scatenato una irresistibile curiosità che li ha spinti a cercare, certamente per migliorarsi e meglio affrontare ogni aspetto della vita. Lo ha fatto anche Daniele Bossari che ha condotto la serata e ha avuto la fortuna di scrivere un libretto insieme al protagonista: «Io chi sono?» (Mondadori, 2009), perché – ricorda Bossari – ci si rivolgeva a lui come a un «maestro» per trovare la giusta strada da seguire. Bravo Bossari a interrogare i protagonisti, cominciando da Pino Pischetola e Francesco Cattini produttore di Battiato dal 2000 a cui fece seguito l’album «Ferro battuto». Cattini aveva conosciuto Battiato nel 1992 avendo partecipato, con il gruppo dei Virtuosi Italian, al famoso concerto di Baghdad e poi nelle varie repliche di «La Messa Arcaica». Oggi Cattini si sta occupando della costituzione di una Fondazione insieme agli eredi di Franco Battiato e questo doppio album, insieme al concerto per l’Arena e la conseguente trasmissione su Rai 3 del 5 gennaio, rappresentano un primo passo per la valorizzazione dell’ampio patrimonio artistico che comprende canzoni, cinema, pittura, editoria e ogni altra espressione artistica promossa da Battiato. Per parte sua Pino Pischetola ha curato l’aspetto tecnico sonoro coadiuvandosi con altri fonici, suoi storici collaboratori come Pat Simonini e Raffaele Stefani. Ogni artista che è stato coinvolto ha partecipato con la totale disponibilità e rispetto verso un modo musicale così vasto e vario, ricco di canzoni ma non solo. Si comincia con Invito al viaggio con Sonia Bergamasco e Cristina Baggio, poi Come Away Death di Arisa, quindi Morgan che interpreta Come un cammello in una grondiaia, Branduardi per Il re del mondo, Morandi di Che cosa resterà di me, canzone che Battiato aveva scritto apposta per l’album «DallaMorandi» (1988), Max Gazzè per Un’altra vita, canzone per nulla minore, anzi, dall’album «Orizzonti perduti», ancora da valorizzare appieno. Carmen Consoli ha scelto la canzone che aveva condiviso con Battiato, Tutto l’universo obbedisce all’amore, mentre recentemenete al Teatro Arcimboldi di Milano ha offerto una personale quanto azzeccata Stranizza d’amuri, nel miglior modo di proporre una cover. In proposito lo stesso Battiato aveva dato una sua personale visione di come si affrontano le cover con la sequenza degli album «Fleurs». Chi non ricorda le sue versioni della canzone francese, di Aznavour e Brel, la prima che l’ha fortemente interessato. Avanti con Mahmood di No time no space, ben cantata, e basta coi commenti su chi più di altri meritava di essere su quel palco a omaggiare Battiato. La sua arte appartiene a tutti e tutti la possono omaggiare, nel pieno rispetto e ciascuno per le proprie capacità. Se poi a cantare e suonare Strani giorni si uniscono Cristina Scabbia e Davide Ferrario il risultato non può che essere apprezzabile. Avanti nella scaletta del cd arriva il tocco strumentale di Luna indiana con al pianoforte Carlo Guaitoli, fedelissimo collaboratore di Battiato e direttore d’orchestra di tutte le versioni all’Arena. Emma, che Battiato aveva più volte invitato a Festival che dirigeva a Milo, propone l’intensa L’animale, mentre Paola Turci è protagonista di Povera patria, come aveva fatto in una edizione del concertone del 1° maggio. Fiorella Mannoia fa sua La stagione dell’amore, canzone da lei stessa inclusa in un suo album, e arriviamo a uno dei momenti più straordinari con un medley anni Settanta, dove si ascoltano le tracce vocali di Aria di rivoluzione e Da Oriente a Occidente con una formazione toscana tutta da scoprire, con Gianni Maroccolo, Antonio Aiazzi, Andrea Chimenti e Beppe Brotto. Un botto d’energia che continua con Up patriots to arms dei Subsonica e ancor più con Shock in my town dei Bluvertigo, giust’anche perché Morgan era nell’organico del disco «Gommalacca» che più di qualcuno considera un capolavoro al pari di «La voce del padrone». Ed è Capossela con una sua formazione costruita per l’occasione che regala una versione di La torre riportando alla luce un motivo che era stato dimenticato dallo stesso autore lungo tutti i suoi concerti dopo la pubblicazione nel 1982. E con le trombe del giudizio universale si eleva il canto: «E salverei chi non ha voglia di far niente e non sa fare niente». L’estroso Capossela ne ha intuito e amplificato la forza del «giudizio». Infine, a chiudere la prima facciata gli Extraliscio di Voglio vederti danzare. Nel secondo cd tutti ancora tantissime canzoni, con Alice di Io chi sono? e La cura, Juri Camisasca, Simone Cristicchi, Jovanotti, Luca Madonia, Colapesce e Dimartino, Gianna Nannini, Enzo Avitabile, Diodato, oltre a Eugenio Finardi per L’oceano di silenzio, presente all’Anteo per la presentazione, l’artista ha ricordato di quando ha incontrato per la prima volta Battiato negli uffici della Cramps di Gianni Sassi. Battiato che ha suonato il suo VCS3 nel suo primo album del 1975. Vasco Brondi ha ridato lustro a Magic Shop, canzone che Battiato ha sempre tenuto in repertorio, i Baustelle hanno ricordato quel grande successo che è stato I treni di Tozeur e Bianconi ha ricordato quella volta che si è recato a Milo a incontrare Battiato che ha messo gli occhi sulla figlia per chiedere di che segno fosse. Ariete? Ahi ahi. Ha sentenziato, lui che lo era stato ariete, come racconta nella canzone L’animale. Simpatico il racconto di Giovanni Caccamo a proposito del suo incontro con Battiato, appostato in una spiaggia dove l’artista usava andare. Poche parole, ricorda Caccamo, ma il massimo dell’efficienza. Da quel cd lasciato in una busta da ascoltare è iniziato il suo cammino nella musica. Nell’album svetta la sua interpretazione di Gli uccelli. E quante canzoni avremmo voluto ascoltare ancora? Tutte meritevoli di essere riscoperte, le ascolteremo in video il prossimo 5 gennaio su Rai3.

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