Marianne Faithfull, la cantante dalla voce roca profonda e inconfondibile, ad aprile ha preso il Covid, i giornali avevano preparato il necrologio e al Guardian racconta di non ricordare l’essersi ammalata o che l’hanno portata in terapia intensiva: “Tutto ciò che so è che ero in un posto molto buio, presumibilmente era la morte”.
In una conversazione con Alexis Petridis (clicca qui per leggerla nel sito del quotidiano britannico) la musicista e attrice ora 73enne esclama: “Oh, vorrei non aver mai fumato una sigaretta”. Ha un passato tormentato che la rendeva un obbiettivo perfetto per il virus, appunta il giornalista: ha avuto un cancro al seno, da giovane era eroinomane, ha sofferto di bulimia, di istinti suicidi, di epatite C, ha avuto un’infezione dopo un’operazione a un’anca. Warren Ellis, suo collaboratore musicale, a Petridis dice: “A dire la verità sembrava proprio che non potesse farcela. È folle che sia sopravvissuta”.
Marianne Faithfull è guarita e registra tre effetti negativi che perdurano: “La memoria, la stanchezza e i polmoni non sono ancora a posto. Devo prendere l’ossigeno e tutta quella roba. Gli effetti collaterali sono così strani. Alcuni guariscono ma non possono camminare o parlare. È orribile”.
Con la sua scorza e forza la cantante ha però ripreso il lavoro interrotto proprio dal Covid: sta completando l’album in uscita ad aprile “She Walks in Beauty” dove legge poesie dei Romantici inglesi (“To Autumn”, e “Ode to a Nightingale” di Keats, “Ozymandias di Shelley, il “Prelude” di Wordsworth) con contributi di nomi di primo piano quali Brian Eno e Nick Cave e, va da sé, di Warren Ellis.