Umberto Tozzi contro Donald Trump per colpa della hit internazionale Gloria. Ecco cosa può accadere a un musicista e cantante italiano “colpevole” di aver creato un pezzo, nel lontano 1979, connubio tra voce e parti strumentali così capace di entrarti in testa e non lasciarti più.
In un post su Twitter l’artista esprime tutto il disagio che ha provato nel vedere circolare in rete video di una festa organizzata dalla famiglia Trump a beneficio dei supporters repubblicani che anticipava il vergognoso attacco a Capitol Hill da parte delle frange più eversive: “Ho sempre preferito l’amore alla violenza, il dialogo alla forza. Nelle mie canzoni, canto la bellezza della vita. Per questo mi dissocio e sono pronto in qualità di autore a difendere le origini e i principi di questa canzone”, posta Tozzi.
Il video della festa di Trump con sottofondo musicale di Gloria
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Inutile dire che sui social i commenti si sprecano andando a gettar benzina sul fuoco delle più decisive dispute sul “bannaggio” di Trump da parte di alcune piattaforme. Tantissimi i post di sostegno, di questo tenore, al cantante: “Bravissimo, quelle scene sono lontanissime dal tuo mondo musicale, giusto prendere posizione” scrive @RobertaEster84. Altri più beffardi nei confronti del Presidente: “Vai Umberto, chiedigli i danni. Però attento che ci sta sempre un po’ a capire, spiegaglielo bene” ritwitta @anferrara allegando una foto dove mostra Trump incapace di disbrigarsi in un semplice gioco. Ma anche altri che insinuano l’accaduto come evento “fortunato” per la celebrità dell’artista romano: “Beh però è stata una bella botta di popolarità! Globale peraltro…”, posta @RLucioflavio.
La canzone che ha avviato la polemica è sicuramente uno dei più azzeccati lavori in collaborazione tra Tozzi e il paroliere Giancarlo Bigazzi. Quando uscì, nel 1979, volò immediatamente in testa alla hit parade italiana conquistando velocemente Belgio, Spagna, Svizzera e Austria, con le cover che fiorivano ovunque. In tedesco ci provò Lena Valaitis mentre Sheila in francese ma nel 1982 fu soprattutto Laura Branigan (quella che sentiamo nel video di Trump) a cantarla in inglese dando a “Gloria” la possibilità di ottenere il primo posto nella classifica statunitense dell’anno successivo. Questo successo americano fu aiutato dall’inserimento del pezzo in una sequenza di Flashdance, film di enorme successo del 1983 che raccontava la storia senza tempo di Alex Owens, l’operaia saldatrice col sogno della danza.
Il balletto con “Gloria” in Flashdance
Gloria fu incisa da orchestre famose come quelle di Paul Mauriat e Frank Pourcel e la London Symphony Orchestra ne ha realizzato una versione sinfonica. Anche Martin Scorsese che l’ha inserita in sottofondo ad una scena del suo The Wolf of Wall Street del 2013.