Joan Chandos Baez compie 80 anni oggi 9 gennaio. Solo due anni fa ha inciso il suo ultimo album e, dopo l’annuncio del ritiro dalla vita “On the road”, ha deciso di dedicarsi alla pittura, la sua seconda passione, dopo la musica. Una delle voci più limpide e una delle artiste (e artisti) più coerenti che ha sempre avuto le lotte per i diritti dei più indifesi il filo conduttore della sua arte. Con una passione e una determinazione che non hanno conosciuto pause.
Nasce a New York il 9 gennaio nel 1941. Padre di origine messicana, fisico e professore al MIT, madre scozzese, Joan aveva mosso i primi passi in musica alla fine degli anni ’50 ad Harvard Square.
Alla fine degli anni Cinquanta è a Boston, dove frequenta l’Università e comincia ad esibirsi al Club 47 Mount Auburn di Cambridge. Appassionata del genere folk, incide il suo primo disco nel 1959, primo di una lunga serie, che ne conta una sessantina. L’album, dal titolo “Joan Baez”, era una raccolta di ballate folk e blues eseguite per sola voce e chitarra, che trovò un moderato successo di pubblico e venne prodotto da Fred Hellerman, dei The Weavers, che produsse molti album della Baez.
Il suo secondo disco, “Joan Baez, Vol. 2” (1961) diventa disco d’oro, così come i successivi dischi dal vivo “Joan Baez in Concert”, Part 1 e Part 2 pubblicati nel 1962 e 1963.
Diventa la regina del Festival Folk di Newport, al quale introduce un Bob Dylan ancora alle prime armi, essendo arrivato da poco a New York dal nativo Midwest. Con il cantautore Joan intraprenderà una tormentata storia d’amore, oltre a prenderlo sotto l’ala dal punto di vista lavorativo.
Inizia ad avere successo commerciale con il brano “There but for Fortune”, scritto da Phil Ochs, che entra nella top ten nel Regno Unito nel 1965.
Detta “l’usignolo di Woodstock” dopo la sua celeberrima esibizione al festival nel 1969, Joan Baez è un’icona del pacifismo e della lotta per i diritti civili, in particolare per l’opposizione alla guerra del Vietnam.
In questo periodo, l’artista unisce l’amore per la musica al suo attivismo politico, tema centrale delle sue esibizioni. Basti pensare alla sua versione di “We Shall Overcome” alla marcia del 1963 a Washington in cui Martin Luther King pronunciò il discoro “I Have a Dream”, da allora associata a quella canzone. Nel 1971 canta la canzone “Here’s to You” di Ennio Morricone, dedicata a Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due attivisti anarchici Italiani processati e giustiziati nel 1927 senza alcuna prova di omicidio.
Nell’album del 1973 “Where Are You Now, My Son?” documenta l’avventura vietnamita nel 1972 quando, durante il Natale, si unisce a una delegazione pacifista che attraversa il Vietnam del Nord. Mentre la Baez soggiorna ad Hanoi, si scatena il “bombardamento di Natale” ordinato da Richard Nixon e durato 11 giorni.
Nel 1975 incide il suo album più venduto, “Diamonds & Rust”, con il brano che dà il titolo all’album, un racconto della sua relazione finita male con Bob Dylan, seguono “Gulf Winds” (1976), interamente scritto da lei, “Blowin’ Away” (1977) e “Honest Lullaby” (1979).
Nel 1980 riceve la laurea honoris cause della Antioch e Rutgers University per il suo attivismo politico e per “l’universalità della sua musica”.
In Italia, a Modena, nel 1989, partecipa ad un concerto con Francesco De Gregori e Tracy Chapman a favore della costruzione di un ospedale in Armenia. In onore della carriera musicale impegnata, nel 2008 riceve il Grammy Lifetime Achievement Award.
Due anni fa, con un ultimo album intitolato “Whistle Down the Wind” e un una tournée internazionale intitolata “Fare thee Well”, annuncia l’addio alla vita “on the road” e comincia a dedicarsi alla pittura, sarà infatti protagonista virtuale di un ricevimento in onore della mostra “Mischief Makers 2”, aperta dal 6 gennaio al 14 febbraio 2021 in una galleria di Mill Valley in California.
Durante il lockdown di marzo, Baez dedica all’Italia la sua versione di “Un Mondo d’Amore” di Gianni Morandi, individuando nel paese investito dal Covid “una fonte di ispirazione per tutto il mondo”.
Joan Baez canta per l’Italia “Un mondo d’amore”