Rimasta chiusa prima d’ora solo durante la Seconda Guerra Mondiale, la Royal Albert Hall, tra i più celebri templi della musica di Londra, già dal 2 dicembre ha riaperto le porte al pubblico, con le nuove misure di distanziamento sociale anti-Covid, dopo la fine del lockdown introdotto in tutta l’Inghilterra. Il responsabile, della “venue” londinese, Craig Hassall ha sottolineato la determinazione dell’istituzione britannica a rimanere un punto di riferimento per la musica, “nonostante l’impatto devastante della pandemia” – con una perdita di 27 milioni di sterline, senza contare il rimborso dei biglietti venduti per oltre 7,5 milioni di sterline, ed un significativo effetto a catena in tutto il settore, secondo un rapporto di Music UK.
La ripresa vera e propria sarà marzo 2021, in cui proprio sull’ambito palcoscenico, torneranno a esibirsi alcuni dei più grandi artisti che hanno fatto la storia della musica inglese e non, come Eric Clapton, Patti Smith e i Beach Boys, con un programma ambizioso e variopinto per celebrare il 150/esimo anniversario dalla sua inaugurazione.
Inaugurata nel 1871 dalla regina Vittoria e intitolata a sua marito, il principe Alberto, la Royal Albert Hall rappresenta un luogo d’incontro di tutte le arti, riflesso della contemporaneità britannica nel panorama internazionale, e la massima espressione di quel continuum storico-temporale musicale, sulle note di artisti leggendari come Bob Dylan, R.E.M, i Pink Floyd e The Who.
Come scrive la Royal Albert Hall nel sito, il suo motto è “We don’t want to stop here, we have much more history to make.”
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