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Hope, il nuovo album di Marco Faraone ispirato al bestseller “Outlaw Ocean” di Ian Urbina

L'album parte del progetto “Outlaw Ocean Music”, iniziativa che include centinaia di musicisti sparsi per il globo

Hope, il nuovo album di Marco Faraone ispirato al bestseller “Outlaw Ocean” di Ian Urbina
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3 Dicembre 2020 - 18.49


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di Lorenzo Migno 

È il 12 maggio 2020 quando Marco Faraone, dj producer di fama internazionale bloccato da tre mesi a Barcellona a causa del lockdown, riceve un messaggio su Instagram da parte del Premio Pulitzer Ian Urbina.

Poche righe di testo in cui il giornalista gli comunica che sarebbe lieto di coinvolgerlo in un suo progetto intitolato “Outlaw Ocean Music”, iniziativa che include centinaia di musicisti sparsi per il globo, nata con l’intento di narrare musicalmente il suo bestseller internazionale “Outlwaw Ocean”, edito in Italia da Mondadori nel maggio 2020, con il titolo “Oceani fuorilegge”.

Faraone, ormai da tempo, ha disdetto decine e decine di date in tutto il mondo. Come tantissimi suo colleghi non sa quando potrà tornare in consolle per riabbracciare i suoi fans. A ciò si aggiunge il fatto che è da poco uscito con “No Filter” su Rekids, disco molto orientato al clubbing che avrebbe voluto presentare quanto prima.

Da qualche settimana però ha iniziato a comporre qualcosa di nuovo, musiche molto inconsuete per lui. Le idee sono confuse e, specialmente di fronte ad una situazione inedita come quella del confinamento, stentano a prendere forma.

Ma ci sono dei momenti nella vita in cui certe cose non capitano per caso. Anche perché quando navighi nelle acque tumultuose della mente, l’àncora che ti lega a qualcosa di concreto, appare quasi come una benedizione.

Ecco quindi che il messaggio di Ian Urbina – giornalista investigativo del New York Times, Premio Pulitzer e Polk Award, collaboratore di National Geographic, The Atlantic e autore di numerose storie trasformate in film poi premiati agli Emmy Award – diventa per Marco non solo una fonte di ispirazione, ma una vera e propria sfida ad uscire dalla sua confort zone per misurarsi con qualcosa di diverso.

La richiesta dopotutto è semplice. Marco, stimolato dai materiali audio video forniti da Ian Urbina,  dovrà produrre un paio di brani, che poi saranno ospitati sul sito  Outlaw Ocean Music.

Già, perché ad Urbina – nel corso dei 5 anni passati da una parte all’altra del mondo a bordo di navi, pescherecci, flotte della guardia costiera, navi di pattuglia della polizia marittima, vascelli di gruppi ambientalisti come Greenpeace e Sea Shepherd per documentare ciò che accade in mare aperto – non sono bastate le parole con le quali ha poi composto  la  lunga serie di articoli  da cui è tratto il libro.

Fra trafficanti e contrabbandieri, pirati e mercenari, ladri di relitti e pescatori di frodo, ma anche ecologisti, giustizieri, medici e volontari, Urbina ha avuto anche modo di registrare suoni e filmare immagini, e adesso questo materiale e a disposizione di Marco come fonte di ispirazione.

Ebbene, Faraone non registra soltanto un paio di brani, registra un intero album. Adesso la sua vena creativa ha trovato finalmente sfogo e incurante del tempo che scorre, sforna una traccia dietro l’altra. Ne esce fuori un disco di musica ambient che decide di intitolare “Hope”, una composizione malinconica, potente  e allo stesso tempo piena di speranza.

Il disco arriva finalmente alle orecchie di Urbina che rimane senza parole. Il talento e l’attenzione di Marco sono per lui impareggiabili. E adesso i suoi “Oceani fuorilegge”, dove sopravvivenza e tragedia camminano a braccetto e dove il crimine e la violenza rimangono spesso impuniti, hanno una nuova colonna sonora.

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