Gianna Nannini, "La canzone italiana è un patrimonio da valorizzare"

Al Word protection forum la cantante sostiene la necessità di un rapido intervento che vada a promuovere la musica e a rivalutare la lingua, questo vuol dire che “Bisogna cantare in italiano"

Gianna Nannini, "La canzone italiana è un patrimonio da valorizzare"
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28 Novembre 2020 - 20.39


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di Manuela Ballo

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La musica italiana è un patrimonio culturale da valorizzare, così come la nostra lingua. Ad affermarlo, al Word protection forum, l’iniziativa nata per diffondere nuovi modi di far impresa e cultura, è Gianna Nannini, la cantautrice che da sempre è impegnata sul fronte della difesa delle tradizioni popolari.
D’ altra parte, con questa rilevante presa di posizione, non fa che riprendere una sua antica passione per gli studi antropologici: si è infatti laureata, nel dicembre del 1994, alla Facoltà di lettere e Filosofia dell’Università di Siena proprio con una tesi in Storia delle tradizioni popolari dal titolo: “Il corpo nella voce- Relazioni corpo-voce in una prospettiva d’antropologia musicale”.

Fin dal suo esordio, la cantautrice è stata molto attenta alle tradizioni popolari, a partire da quelle della sua terra, la Toscana.  Sono gli anni della sua collaborazione con Caterina Bueno che sul “Cantar toscano” si confrontarono proprio nell’ateneo senese, complice un noto antropologo, come Pietro Clemente.  E sono anche gli anni durante i quali, Gianni Nannini mette mano a un suo capolavoro assoluto, l’opera rock su la Pia de’ Tolomei, con un testo pieno di richiami ai classici della narrazione e alla tradizione orale toscana. Proprio come aveva fatto Roberto Benigni, con la sua prima lettura sulla Commedia di Dante, nella stessa aula dello stesso ateneo.

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Questa sua passione si è rinverdita, probabilmente, nelle lunghe serate nelle piazze della Taranta.  Ciò che la cantante ha sentito sulla pelle l’ha immediatamente trasformato in un intervento pubblico di grande rilievo culturale.  Col suo intervento al forum Gianna Nannini, ha inteso sottolineare come la nostra musica sia un patrimonio nazionale al pari di tutti gli altri beni culturali e riti antropologici. L’ obiettivo per comunicare la nostra musica- ha detto infatti la Nannini – è quello di “invertire i parametri e dare precedenza alle nostre produzioni in italiano e alle tipicità dei linguaggi che solo la musica italiana possiede perché c’è un’articolata territorialità. È un patrimonio e non bisogna disperderlo e neanche dimenticarlo. Io è un po’ tutta la vita che mi interesso alle culture popolari, innanzitutto mi sento proprio in dovere di tutelarle perché mi ci sono dedicata attraverso i miei studi, anche all’Università, sulle culture e soprattutto sulla cultura dei territori diversi in Italia”.

Per lei, il rischio maggiore è rappresentato dalla dispersione della nostra cultura, che pian piano andrebbe scomparendo.
Per questo motivo, la cantante sostiene la necessità di un rapido intervento che vada a promuovere la musica e a rivalutare la lingua, questo vuol dire che “Bisogna cantare in italiano, ed è importante perché la lingua italiana è da proteggere, il mio è un discorso più europeo, al di là dei tanti nazionalismi, perché di tanta diversità che abbiamo in Europa, l’Italia è sicuramente un panorama bio-diverso che abbiamo solo noi”. Così facendo Gianna Nannini chiama di fatto in causa il Governo sollecitato ad un’azione più nitida per tutelare musica e tradizioni popolari.

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