Ce ne vuole per trovare le parole, ora, “parole appuntate e matite spuntate /brandelli d’estati passate date per scontate”. Ci vuole coraggio, e testa, ci vuole cuore, ci vogliono suoni che abbiano il passo dei ghetti privati che percorriamo a falcate brevi, passi da piccoli indiani, per sentirci vivi nell’immobile. Ci vuole Frankie-Hi-Nrg, rapper, artista, scrittore per raccontare l’urgenza che ci immobilizza, quell’anestesia emotiva che rischia di ammazzarci più di un virus. Solo oggi 743 morti, come se il terremoto dell’Aquila, la strage di Bologna e di Piazza Fontana, la piena del Sarno e Ustica e un pezzo della mattanza del Vajont ci fossero caduti addosso, tutti assieme.
E allora Frankie canta, canta per noi, con quel ritmo che ci sveglia, canta grovigli di parole che sono così uguali ai nostri, canta un pezzo che si intitola Nuvole con quel flow che inchioda, lavorando sul “togliere” la rima ad effetto, l’algoritmo da canticchiare, per restituire solennità all’indicibile, con un basso che vibra come certe anime di notte, quando ti resta solo il soffitto da guardare e il dolore con cui fare i conti.
Toglie il superfluo Frankie per offrirci un capolavoro che racconta questi mesi affannati, spaventati, sgomenti, negati, vituperati. Canta la privata guerra civile tra noi e noi mentre “fuori splende il buio”. Dice, dice di “Giorni lenti _ oscuri e trasparenti scorrono /
Invisibili ai vedenti si rincorrono contro la corrente _ contro agli infermieri che soccorrono”.
Canta le meschinità Frankie, canta gli ultimi e i vuoti a perdere che abbiamo cancellato, presi dalle nostre paure. E canta dritto, teso, potente tutto lo smarrimento suo, nostro, di non “essere più liberi”. Quel prezzo incalcolcabile che stiamo scoprendo solo ora mentre fuori, fuori splende il buio. E dentro, attorno, attorno solo nuvole.
Al basso Saturnino, scratch di DJ Stile, mix di Pino “Pinaxa” Pischetola, la produzione è di Leonardo “Fresco” Beccafichi.
Grazie per essere tornato Frankie. E proprio ora.