Pappano con un’apertura da “urlo” dà il via alla stagione sinfonica del Santa Cecilia

Il maestro ha trasformato lo spettacolo in un momento liberatorio contro la paura generata dal Covid-19, emozionando sia il pubblico sia lo stesso dall’Ongaro, sovrintendente dell’Accademia, che è soddisfatto per questo iniziale successo avuto.

Pappano con un’apertura da “urlo” dà il via alla stagione sinfonica del Santa Cecilia
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17 Ottobre 2020 - 21.26


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Michele dell’Ongaro, sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, è entusiasta, soddisfatto, e a tratti emozionato, quando parla del successo che ha riscosso il concerto inaugurale della stagione sinfonica, diretto ieri sera da Antonio Pappano: “È stato molto emozionante avere il nostro pubblico in sala per questi due capolavori di Bruckner e Mahler, con il doppio richiamo sacro e profano al potere metafisico della musica e l’invito alla riflessione spirituale sulle cose. L’effetto è stato sorprendente”. Non nasconde, però, le sue preoccupazioni sulle conseguenze che il forte aumento dei contagi potrebbe avere per il mondo della lirica e della classica: “Ritengo che il nostro dovere sia di andare avanti — dice — continuando a garantire sicurezza e offerta musicale di qualità fino a quando è possibile e finchè le norme ce lo consentiranno. Il desiderio di musica è un desiderio fisico, il contatto che crea la musica è l’ antidoto al distanziamento sociale e le persone ne hanno bisogno, come di nutrirsi’’.

Pappano aveva promesso una apertura ”come un urlo, un grande sfogo in do maggiore per annunciare al pubblico il nostro ritorno” e così è stato. Lo spettacolo si è trasformato in un momento liberatorio contro la paura generata dal Covid-19, nonostante i segnali negativi di questi giorni stiano, appunto, facendo temere provvedimenti sempre più restrittivi. I grandi applausi tributati al maestro anglo-italiano hanno salutato la potente esibizione alla guida dell’ Orchestra e del Coro dell’ Accademia nel Te Deum di Anton Bruckner e nel Canto della Terra di Gustav Mahler, ma hanno anche testimoniato la voglia di esorcizzare il pericolo di una nuova rinuncia al piacere della musica come è avvenuto nei mesi del lockdown. Per gli spettatori che nel rispetto del distanziamento hanno occupato un terzo dei 2700 posti della sala maggiore dell’ Auditorium Parco della Musica è stata, quindi, una serata da ricordare. I due capolavori musicali, incentrati su una spiritualità intensa, hanno offerto momenti di forte suggestione.
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