Jovanotti, Emma, Vasco e tanti altri: il governo consideri chi lavora con la musica

Gli artisti e gli addetti ai lavori: “Non ignorate decine di migliaia di persone, il settore fa il 16% del Pil”. L'hashtag è #iolavoroconlamusica. Cosa ha detto Franceschini sui fondi stanziati

Jovanotti, Emma, Vasco e tanti altri: il governo consideri chi lavora con la musica
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13 Giugno 2020 - 17.22


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Con l’hashtag #iolavoroconlamusica molti musicisti e addetti ai lavori della musica stanno pubblicando selfie su Facebook, Twitter, Instagrame Linkedin e Twitter dove mostra un cartello dove riportano nome, cognome, professione e l’hashtag #iolavoroconlamusica. Da Irene Grandi ad Arisa, da Vasco Rossi a Jovanotti, gli artisti coinvolti sono numerosi: Laura Pausini, Emma, Luca Carboni, I pinguini tattici nucleari, Malika Ayane, Diodato, Ermal Meta, Brunori Sas, Samuele Bersani, Max Gazzè, Enrico Nigiotti, Motta, Raphael Gualazzi, i Negrita, Marco Ligabue, Levante, Samuel, Claudia Lagona e molti altri.
Gli artisti della musica italiana scrivono:
“Nella musica lavorano in tanti, non solo i musicisti ed i cantanti. La musica fa cultura, educa, emoziona, intrattiene e, se non bastasse, produce economie importanti (il solo comparto Cultura fa il 16% del Pil), dando lavoro a decine di migliaia di persone che oggi, causa Covid, rischiano di restare a casa. Sappiamo che ci sono delle proposte di emendamento al DL Rilancio che ci riguardano. Chiediamo che la politica non le ignori, adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano per il bene della musica”.
Altre versioni del testo dicono: “Nessuno degli emendamenti al dl Rilancio che riguardano la Musica è stato segnalato per la discussione in Parlamento. Le istanze del nostro settore devono essere discusse e inserite per la conversione del Decreto. Chiediamo a gran voce che d’ora in avanti il Governo tenga conto delle reali esigenze di un settore che produce Cultura, contribuisce all’economia del paese e conta centinaia di migliaia di lavoratori che hanno diritto alla stessa dignità degli altri”.

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In audizione da remoto alla Commissione Istruzione del Senato martedì 9 il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini ha detto che il governo fino a quel giorno aveva emanato decreti attuativi per oltre 300 milioni di euro a sostegno della cultura e dello spettacolo, che l’esecutivo aveva “allargato al mondo della cultura le misure generali di sostegno al reddito e di sospensione dei pagamenti”. Ha detto tra l’altro Franceschini: “Abbiamo istituito un fondo di emergenza per il cinema e lo spettacolo – ha dichiarato al riguardo il Ministro – partito con 130 milioni e arrivato a 245 milioni con il Decreto Rilancio, per il cui utilizzo abbiamo emanato decreti attuativi per 145 milioni. Di questi, 20 milioni per gli operatori del teatro, della danza, della musica, i circhi non finanziati dal Fus. In questo modo copriamo diverse centinaia di piccole compagnie che non avevano accesso al Fus. Sono state fatte tante domande e stiamo ragionando se allargare di circa altri 7 milioni per soddisfare tutte le domande ricevute per i contributi extra Fus”.
Giovedì 11 il ministro ha aggiunto di aver firmato un decreto “che destina ulteriori 6,8 milioni di euro a sostegno delle realtà del mondo dello spettacolo che non hanno ricevuto contributi provenienti dal Fus nel 2019. Tali risorse si sommano ai 20 milioni già stanziati a tale scopo dai fondi emergenza cinema e spettacolo, permettendo di soddisfare tutte le numerose domande pervenute entro il termine del 25 maggio”.

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