“Mi dispiace che il nostro meraviglioso Paese sia così preda di rabbie e paure fagocitate da irresponsabili politici in cerca di consenso e potere”. La constatazione è di Vasco Rossi intervistato dal Corriere della Sera in edicola oggi 25 novembre e il riferimento a eventuali “capitani” ex ministri con felpa appare lampante. Così come definisce il passaggio della presidenza statunitense da Barack Obama a Donald Trump un baratro: “Direi che da Obama a Trump è stata una bella caduta di tutto: stile, tono e sostanza. Una esplosione di ignoranza, egoismo e qualunquismo che non mi aspettavo. Un preoccupante ritorno al passato. Forse è questa la vera faccia dell’America. Penso che Trump rappresenti bene il lato oscuro, oscurantista, egoista, bigotto e arrogante degli Stati Uniti”
Quanto alle migrazioni, nell’intervista ad Andrea Laffranchi Blasco osserva che il fenomeno “sta facendo saltare gli equilibri delle nostre fragili democrazie”. Il rocker non si scaglia invece contro i social come molti potevano aspettarsi: “La cosa meno peggio di tutte le altre. Almeno ci fanno divertire, incontrare e passare il tempo”.
Vasco Rossi è felice del bilancio personale e artistico: “Anni formidabili, con un ritorno di entusiasmo artistico da parte mia decisamente inaspettato. Considera che sono ormai quattro i decenni che mi vedono impegnato a scrivere canzoni che arrivino direttamente al cuore della gente”. E dopo la malattia del 2011 che ha fatto temere anche tanti fan riconosce: “Se guardo indietro vedo l’incontro traumatico col Reale della sofferenza e il lento e duro lavoro su me stesso per tornare sul palco. Il cambio di prospettiva dello sguardo su tutto quello che mi sono ritrovato intorno. Adesso le consapevolezze, che non consolano, sono decisamente aumentate”.