Renato Zero ironizza su Salvini e elogia Greta Thunberg

Il cantante parla alla presentazione del nuovo album di inediti "Zero il folle" in uscita il 4 ottobre. E racconta di quando alcuni vinili non arrivavano in Italia

Renato Zero ironizza su Salvini e elogia Greta Thunberg
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30 Settembre 2019 - 16.25


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Non una polemica, ma una battuta molto indicativa: “Avevo un amico marinaio che girava il mondo e tutte le volte che tornava dagli Stati Uniti mi portava i vinili di Frankie Avalon e Burt Bacharach. Questi dischi in Italia non arrivavano proprio, perché venivano bloccati alle frontiere. Forse c’era un Salvini anche allora…”.

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Così Renato Zero, in conferenza stampa per la presentazione del nuovo album di inediti “Zero il folle” in uscita il 4 ottobre.

“Folle è chi sogna, chi è libero, chi provoca, chi cambia”, spiega Renato. Che aggiunge: “Non è facile averli insieme Renato e Zero, perché Zero ad un certo punto della mia carriera era diventato troppo invadente e l’ho dovuto rimettere a posto. Ma ormai dormiamo nello stesso letto e usiamo lo stesso rasoio”, sorride in un incontro stampa al quale si presenta in splendida forma e in vena di festeggiare, accolto dal ‘tanti auguri’ dei fan.
Elogio e Greta e non solo
Nel brano che apre il disco, ‘Mai più da soli’, Zero canta l’alienazione da “troppa tecnologia”. “Un selfie per poi convicerti/che sei visibile/che puoi vantare i tuoi followers/che sei l’eternità”, recita un passaggio. “C’è una propaganda – spiega in conferenza stampa – che inneggia all’esposizione, alla fisicità, all’offrirsi, non più con i sentimenti, con la simpatia, con il pregio di avere un difetto fisico che ti faccia ricordare in eterno… C’è una competizione insana a voler somigliare o superare addirittura Sara Ferragni”, dice Renato, che poi, corretto del suo ufficio stampa sul nome della Ferragni (che è Chiara e non Sara, ndr.), aggiunge ridendo: “Vedete che vuol dire non frequentare i social… Noi della giungla non siamo aggiornati”.
In ‘Viaggia’, che è un incoraggiamento ai ragazzi a “crescere girando il mondo, incontrando culture diverse e non solo leggendo un libro seduti sul divano” o scorrendo le pagine dei social network, Renato fa anche un primo riferimento alla questione ambientale che è poi ripresa anche in altri brani, come ”Un uomo è…’, ma soprattutto è al centro d’ ‘Che fretta c’è’ (che contiene anche un impietoso riferimento al crollo del Ponte Morandi, “un ponte che crolla/ma sì/che fretta c’è”). E subito arriva l’inevitabile domanda su Greta Thunberg. “Se una bimbetta si permette di alzare il dito e dice che non vuole morire intossicata e vuole un mondo pulito, sano, dove crescere – risponde Zero – io non lo trovo scandaloso. E non capisco perche’ sui social delle volte vedo che le viene affibbiato un cartello dove ci sono scritte delle cose che neanche a un politico… Diamo un’occhiata alla nostra coscienza e non stiamo in poltrona a giudicare quello che c’è davanti a noi”.
In ‘La culla è vuota’, Renato affronta poi il tema dell’Italia dai troppi pochi neonati. E torna a fare riferimenti critici all’aborto (già presenti in altri brani del passato): “Quante splendide vite/rispedite al mittente/non abbraccerai mai”, canta Renato. Che poi torna a dire la sua sull’interruzione di gravidanza: “Esistono delle situazioni in cui non mi sento di mettere questa pratica all’indice, tipo la violenza sessuale. Ma invece condanno fortemente l’aborto come ‘anticoncezionale’ tra persone che sono insieme e che potrebbero usare il preservativo o la spirale”, sottolinea Renato che assicura di non poter”mai” diventare conservatore per come è cresciuto e che parlando di quando i dischi internazionali facevano fatica ad arrivare in Italia, butta lì una battuta sull’ex ministro degli Interni: “I dischi facevano fatica a varcare le frontiere. Forse c’avevano un Salvini pure allora”.

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