Dal palco dell'ultimo live a Bologna, l'appello di J-Ax per Carola

J-Ax ha citato anche Sant'Agostino che diceva: “Una legge ingiusta non è legge”.

Dal palco dell'ultimo live a Bologna, l'appello di J-Ax per Carola
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1 Luglio 2019 - 11.15


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La comandante della Sea Watch ha violato le “leggi ingiuste” come Gandhi, Mandela e Luther King a “costo della propria libertà”. Così ieri J-Ax a una delle sue date live al Bologna Sonic Park, davanti a oltre 9 mila spettatori. Dopo sette brani, prima di interpretare ‘Gente che Spera’, a sorpresa anche per il pubblico, il rapper ha espresso il suo pensiero sull’arresto di Carola Rackete.

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“Ieri ho postato #IoStoConCarola su Instagram – ha detto J-Ax- e ho ricevuto i soliti commenti che si ricevono oggi, quando sei così arrogante da empatizzare e interessarti agli altri”. Poi l’invito al pubblico a intervenire: “Ora stiamo vivendo una ingiustizia. E questo è il momento di intervenire. E secondo me salvare 40 persone dall’affogare in mare e portarle in salvo, a costo della propria libertà, significa affrontare una di quelle ingiustizie fottendosene delle conseguenze e di cosa ne pensano i commentatori sui social”.

“Che cosa vuol dire ‘ha violato le leggi italiane?’ Lo sapete – ha proseguito il cantante – che tutto ciò che hanno fatto i nazisti in Germania era legale? Era giusto quindi? Sapete invece chi violava la legge? Gandhi, arrestato 13 volte. Nelson Mandela che ha passato 27 anni in galera. Martin Luther King ha risposto a chi gli chiedeva con quale diritto decidesse di violare la legge. E cito: ‘Come potete propugnare la violazione di alcune leggi e l’osservanza di altre?’. La risposta sta nel fatto che ci sono due tipi di leggi: giuste e ingiuste”.

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J-Ax ha citato anche Sant’Agostino che diceva: “Una legge ingiusta non è legge”. “Come si fa a stabilire se una legge sia giusta o ingiusta? Una legge che eleva la personalità umana è giusta; una legge che degrada la personalità umana è ingiusta”, ha aggiunto il rapper. Che ha continuato: “Non fatevi fottere da questi stronzi che hanno nascosto il Rolex sotto la felpa. Non sono il popolo, e non lo rappresentano. Sono loro le vere élite e i poteri forti che si sono camuffati da persone comuni per fotterci meglio”, che “non fa un cazzo mai per nessuno e giudica chi invece lo fa”.

“Questi poi sono gli stessi che mi dicono ‘Ma pensa a cantare!’. Io canto volentieri – ha detto J-Ax – ma sono anche un cittadino che paga le tasse e ama il suo Paese. E le tasse che pago io sono sicuramente più di alte di quelle dei politici e dei giornalisti che vengono pagati… dalle mie e dalle vostre tasse”.

Il rapper ha infine incoraggiato i giovani presenti al suo concerto a intervenire: “Pensate a quando i vostri figli vi chiederanno dove eravate quando la gente moriva in mare o nei lager libici. Che cosa risponderete? ‘Ero su Facebook ad augurare a una ragazza di 31 anni di essere stuprata perché ha salvato degli esseri umani’? È questo che volete lasciare ai vostri figli? È questo quello che risponderete quando vi chiederanno come avete risposto a una ingiustizia nel vostro tempo? Io ho una mia idea – ha concluso – e con umiltà ve la voglio dire: Se essere cattivi va di moda, significa che dovremo amare più forte per compensare il loro odio”.

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