Springsteen in concerto a Roma nel 2020 (per ora esce “Western Stars”) | Giornale dello Spettacolo
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Springsteen in concerto a Roma nel 2020 (per ora esce “Western Stars”)

L’annuncio dell’assessore Frongia su Facebook. Il 14 giugno il boss pubblica il nuovo album. I recensori: un disco più pop su un'America che non esiste più

Springsteen in concerto a Roma nel 2020 (per ora esce “Western Stars”)
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29 Maggio 2019 - 10.28


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Per gli springsteeniani, le e i moltissimi fan italiani di Bruce Springsteen, l’assessore ai Grandi Eventi del Comune di Roma Daniele Frongia ha lanciato su Facebook una notizia che li mette all’erta: nel 2020 il Boss farà un “grande concerto a Roma nel 2020”: “Bruce Springsteen ha un forte legame con la Capitale. In occasione dell’87/o Csio di Roma – Piazza di Siena – dove era presente per supportare la figlia in gara (è una cavallerizza professionista, ndr) – ha annunciato che tornerà a Roma con un grande concerto nel 2020. Già questa è una notizia entusiasmante. Ancora più entusiasmante è il fatto che Roma rappresenti per lui un grande palco e una importantissima vetrina scelta per presentare nuovamente la sua musica”. Già lo aveva preannunciato a Repubblica («Se farò tappa anche a Roma? Certo, vengo sempre qui. Amo questa città»), ma la frase dell’assessore, se non è un’esagerazione, lascia presumere che siano stati fatti passi concreti.

Intanto il 14 giugno esce il nuovo album di Bruce, senza la E Street Band: Western Stars. «È un viaggio dolente, ricolmo di romantica bellezza, che inizia in autostop ( Hitch hikin’) e finisce in uno sperduto Motel alla fine della terre abitate (Moonlight Motel). Mai ascoltato prima un disco così solitario, a dispetto dei tanti musicisti coinvolti, presenze che non intaccano il cuore del disco, dove Springsteen sembra da solo in un’America disincarnata, primigenia, dove non c’è ombra di città, non si percepisce gente», scrive Gino Castaldo nella sua recensione sulla Repubblica di oggi 29 maggio.

«In Western Stars canta con una voce pulita e con dizione perfetta, accompagnato da arrangiamenti ariosi di archi e fiati; racconta non di sé, non direttamente almeno, ma produce una raccolta di racconti, una galleria di personaggi che cercano la loro strada sotto il cielo di un’America che non c’è più», afferma invece Gianni Sibilla nella sua recensione brano per brano su Rockol.it.

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