Muti: "Dirigo le "Fosse ardeatine" per ricordare che fu terrorismo nazista" | Giornale dello Spettacolo
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Muti: "Dirigo le "Fosse ardeatine" per ricordare che fu terrorismo nazista"

Il direttore d'orchestra a Chicago esegue una sinfonia del compositore Schuman: "Commemorare l'eccidio del 1944 aiuta a preservare la tolleranza"

Muti: "Dirigo le "Fosse ardeatine" per ricordare che fu terrorismo nazista"
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20 Febbraio 2019 - 11.41


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Il 24 marzo 1944 i soldati tedeschi uccisero alle Fosse Ardeatine a Roma 344 persone, bambini inclusi. Riccardo Muti, con la “sua” Chicago Symphony Orchestra, dal 21 al 23 febbraio eseguirà la sinfonia n. 9 “Le fosse ardeatine”, pagina composta nel 1968 dall’autore nodramericano William Schuman per ricordare le vittime dell’eccidio e sconosciuta ai più, anche allo stesso Muti fino a poco tempo fa. “Per fare un tedesco ebbero bisogno di 10 italiani!…Non fu un’azione militare, fu un’azione terroristica. Così nel cuore e nella memoria degli italiani, le Fosse Ardeatine presentano una della cose più crudeli, perché dei poveri bambini durante la notte furono presi e uccisi con brutalità”, ricorda al Chicago Tribune il direttore musicale di una delle migliori compagini del mondo. Alla sinfonia di Schuman Muti affianca il Requiem di Mozart, pensando proprio a quei morti. “Sappiamo che in altre parti del mondo sono state uccise milioni di persone, ma il modo, la brutalità con cui è accaduto (l’eccidio, ndr) fa sì che per noi italiani sia una ferita ancora aperta”, ha detto ancora il direttore.

Schuman, premio Pulitzer, visitò il mausoleo delle Fosse Ardeatine nel 1967 e l’anno dopo scrisse la sua partitura. “Attraverso la musica vogliamo rendere le persone consapevoli del pericolo e della possibilita’ di disastri e crudeltà umane in ogni momento”, aggiunge Muti. “Il Requiem di Mozart è per la povera gente che fu uccisa nelle cave ardeatine e per tutte le persone che soffrono ogni giorno per la crudeltà e la brutalità di alcuni dittatori in Siria, per i talebani”. E in un’intervista a Repubblica del 10 febbraio scorso il direttore osservava: “Come ha scritto il presidente Mattarella in una lettera che mi ha inviato per il concerto, commemorare le Fosse Ardeatine settantacinque anni dopo è un gesto che può aiutarci a preservare la tolleranza, la dignità umana, la pace, principi e valori senza tempo e senza confini”.

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