Organizzatore di cultura, musicologo, studioso sempre presenti sul campo del teatro musicale e dei concerti che ha contribuito a far amare Rossini quanto merita, Bruno Cagli è morto a 81 anni. Tra i tanti incarichi, era presidente onorario dell’Accademia di Santa Cecilia a Roma dopo averla presieduta – fatto inconsueto – per due lunghi periodi: dal 1990 al 1999 e dal 2003 al 2015. In pratica 21 anni che, come ricordano dall’istituto romano “è secondo solo al Conte di San Martino che fu a capo dell’Accademia per 52 anni”.
Ha diretto come direttore artistico il Teatro dell’Opera di Roma (1987-1990), il Festival Verdi di Parma (1999-2001), l’Accademia Filarmonica Romana (dal 1978 al 1981 e dal 1986 al 1988). In primo luogo, dal 1971 al 2010 è stato direttore artistico della Fondazione Rossini di Pesaro dal 1971 al 2010 e collaboratore apprezzatissimo del Rossini Opera Festival – Rof dando una spinta decisiva alla conoscenza più accurata e meno ingessata del compositore pesarese. “Grazie maestro”, dicono dal festival pesarese.
Dichiara il giusto l’Accademia di Santa Cecilia quando riconosce che Cagli l’ha rinnovata profondamente portandola a essere una delle realtà musicali più vive d’Europa. “Se ne va una persona buona, giusta, di intelligenza rarissima. Dobbiamo a queste qualità la crescita e lo sviluppo di Santa Cecilia e al suo senso critico, al suo acume analitico gran parte della riscoperta rossiniana”, dice Michele dall’Ongaro, presidente – sovrintendente dell’istituto romano.
Dietro i modi di fare misurati e compassati, dietro la giacca e cravatta, c’era un uomo che osava ed era molto aperto alle innovazioni. Un musicologo peraltro raffinato che si cimentava in prima persona con l’organizzazione di spettacoli, ha creato il Festival Barocco di Viterbo.
Aspetto meno noto, ha Cagli ha scritto quattro libretti d’opera e “nel 2014 con l’editore Bulzoni ha pubblicato il volume Teatro, che raccoglie una selezione della vasta produzione di Cagli per il teatro di prosa”, ricordano da Santa Cecilia. Ha collaborato con la radio, Radio3 innanzi tutto, con la tv televisione ha lavorato come sceneggiatore e autore nel film “Rossini, Rossini” di Mario Monicelli. Nel 1981, ha vinto il Prix Italia come autore di testo e musica del melodramma radiofonico “Una vendetta in musica”. È stato docente universitario a Urbino e Napoli, era nato a Narni.