Il rischio esiste. E non è di poco conto: una delle più prestigiose orchestre italiane, ossia i Solisti Veneti diretti dal maestro Claudio Scimone rischia di dover chiudere o, quantomeno, ridurre di molto le sue attiva che nei decenni ne hanno fatto una delle eccellenze italiane nel campo artistico.
Il motivo? Un taglio secco dei finanziamenti.
E i Solisti Veneti hanno manifestato, attraverso un comunicato, il loro disappunto.
“La Direzione dell’Ente “I Solisti Veneti” desidera informare l’opinione pubblica del Veneto, le Autorità degli Enti locali e i parlamentari della loro circoscrizione della deliberazione altamente lesiva della loro attività della Direzione generale dello Spettacolo riguardante la distribuzione del Fondo Unico dello Spettacolo per l’anno in corso 2018 che ha penalizzato fortemente la categoria dei Complessi Strumentali di cui all’articolo 21 del Decreto Ministeriale 27 luglio 2017 il cui fondo complessivo è stato pesantemente diminuito a favore delle categorie che contemplano Istituzioni più forti sul piano politico e sindacale, quali le ICO, i Teatri di Tradizione ecc, .
In particolare si è verificato il paradosso che, mentre la Commissione per la valutazione della “Qualità Artistica” ha valutato la programmazione presentata dall’Ente col punteggio artistico altissimo di 32 punti su un massimo disponibile di 35 (a grande distanza il più alto delle Istituzioni della categoria), la sovvenzione concessa all’Ente è stata ridotta di 100.000 Euro, cioè di quasi un terzo come d’altra parte quello di molte delle Istituzioni di cui all’articolo 21.
Questa deliberazione è stata comunicata, come quasi ogni anno, a tutte le Istituzioni alla fine del mese di luglio cioè dopo un ampia parte della programmazione già realizzata e comunque con l’obbligo di realizzare comunque quasi integralmente il programma presentato e quantificato nella domanda.
Esiste una possibilità che la delibera sulla spartizione del FUS venga modificata positivamente qualora il Parlamento approvi l’emendamento presentato dal Ministro Bonisoli che prevede il reintegro del FUS mediante la restituzione dei 10 milioni di cui è stato decurtato. Tuttavia anche in questo caso non è assolutamente sicuro che una parte dei fondi “restituiti” sia destinato alle Istituzioni dell’art.21 e con quali criteri.
E’ chiaro che in tali condizioni “I Solisti Veneti” che hanno iniziato la loro 60.a stagione di un’attività gloriosa dedicata a diffondere nel mondo l’immenso patrimonio della musica veneta e italiana di tutte le epoche attraverso circa 6.000 concerti in oltre 90 Paesi e oltre 300 titoli registrati in CD, DVD, LP con particolare attenzione anche a particolari repertori quali la musica di oggi, quella delle compositrici viventi, le attività in favore dei giovani e numerose altre si troveranno in futuro a dover sospendere la loro attività, per cui rivolgono appello al mondo istituzionale cittadino e veneto per ottenere dal Ministero la considerazione economica a cui erano giustamente abituati”.